Istituzione di percorsi formativi per biologi finalizzati all’acquisizione delle competenze teorico-pratiche relative all’esercizio dell’attività di prelievo ematico umano, capillare e venoso, finalizzato agli esami di laboratorio.
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Prot. n. 29760/4
Cagliari, 18 ottobre 2006
Ai Direttori Generali
delle Aziende USL
dell’Azienda Ospedaliera Brotzu
Loro Sedi
Al Dott. Ciriaco Carru Rappresentante Regionale per la Sanità dell’Ordine Nazionale dei Biologi.
Via Daniel Bovet, 35
Sassari
Oggetto: Istituzione di percorsi formativi per biologi finalizzati all’acquisizione delle competenze teorico-pratiche relative all’esercizio dell’attività di prelievo ematico umano, capillare e venoso, finalizzato agli esami di laboratorio.
Il Ministero della Salute, con nota prot. DIRP/ІІІ/BIQU/OU10014/2002 dell’8 luglio 2002, allegata alla presente, sulla base del parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità si è pronunciato favorevolmente sulla possibilità per i biologi di effettuare prelievi ematici, capillari e venosi, limitando l’esecuzione di questo atto esclusivamente nelle sale prelievo delle strutture di laboratorio per finalità diagnostiche e subordinato alla prescrizione medica dell’indagine di laboratorio.
Si richiama quanto raccomandato dal Consiglio Superiore di Sanità per limitare l’accesso alle attività di prelievo ematico venoso solo ad alcune categorie di biologi quali:
1) biologi in servizio presso il S.S.N., con adeguato percorso formativo post-laurea (possesso di diploma di specializzazione in patologia clinica, biochimica clinica, genetica medica, microbiologia e virologia o requisito equipollente) e competenze tecnico-pratiche acquisite e certificate dalla Direzione sanitaria della struttura pubblica di appartenenza;
Per requisito equipollente può essere inteso il possesso di un’anzianità di servizio almeno quinquennale acquisita in strutture pubbliche o private accreditate (art. 8 D.P.C.M. 10 febbraio 1984 e art. 5 D.P.R. 484/1997);
2) biologi in servizio presso strutture sanitarie private, con adeguato percorso formativo post-laurea (possesso del diploma di specializzazione in patologia clinica, biochimica clinica, genetica medica, microbiologia e virologia o requisito equipollente) e competenze tecnico-pratiche acquisite e certificate dall’Azienda Sanitaria di riferimento, a condizione che sia garantita, nell’attività di prelievo, la presenza medica per fronteggiare adeguatamente l’eventuale comparsa, sebbene statisticamente rara, di effetti avversi.
La presenza medica, necessaria per un pronto intervento nel caso di eccezionali evenienze, è assicurata nelle strutture pubbliche nell’ambito complessivo della struttura all’interno della quale sono posti i laboratori diagnostici; nelle strutture accreditate può anche essere assicurata attraverso apposite convenzioni con strutture o organizzazioni di assistenza;
Il Consiglio Superiore di Sanità evidenzia inoltre l’esigenza di prevedere delle attività formative improntate all’acquisizione di competenze tecnico-pratiche interessanti i prelievi biologici, ed in particolare venosi, nell’ambito delle attività pratiche professionalizzanti di cui alla tabella B degli ordinamenti didattici universitari delle Scuole di Specializzazione facenti capo all’area della medicina diagnostica di laboratorio.
Per le motivazioni innanzi esposte, al fine di consentire la realizzazione delle indicazioni fornite dal Ministero della Salute, si ritiene opportuno autorizzare l’attivazione di adeguati percorsi formativi indirizzati ai biologi che prevedano al loro interno un addestramento appropriato, legato ad un percorso formativo che monitorizzi il risultato raggiunto individualmente dai partecipanti con il raggiungimento di obiettivi comportamentali prestabiliti.
L’Assessore
Nerina Dirindin
M.P./Sett.4.2.
R.P./Resp.4.2.
D.C./Dir.Serv.Prev.