Tutti gli italiani conoscono la qualità degli alimenti di origine nostrana tanto da spingerli a cercarli e acquistarli a discapito dei prodotti di importazione. Ma pochissimi italiani sanno che le materie prime alimentari “made in Italy” non sono sufficienti a soddisfare la richiesta locale: produciamo solo il 76% del fabbisogno di carni bovine, il 44% di latte, il 65% di grano duro, il 44% di pesce fresco, il 24% di zucchero, ecc.
Insomma l’Italia non è autosufficiente per la maggior parte della produzione di materie prime alimentari però per quanto concerne la trasformazione di queste materie siamo nella condizione opposta: produciamo il 134% dei formaggi rispetto al fabbisogno locale, il 220% di pasta, ecc. In altre parole ci troviamo nella condizione di importare quantitativi sempre crescenti di materie prime, ma allo stesso tempo siamo tra i principali esportatori di prodotti finiti!
Sicuramente ciò non costituisce un problema se non per il fatto che non sempre le materie prime importate sono di eccelsa qualità soprattutto per quanto concerne gli aspetti igienico-sanitari. Ne sono una concreta dimostrazione le costanti “Allerte”, “Informazioni” e “Respingimenti alla dogana” di materie prime. Oltre a ciò va considerato anche il fatto che spesso molti italiani pensano di consumare cibi locali (in quanto trasformati, imballati e venduti in Italia con “marchi” italiani) senza sapere che in realtà queste merci alimentari derivano dalla manipolazione/trasformazione di materie prime estere.
Non è raro comperare salumi italiani ricavati da carni argentine, acquistare pasta fatta con frumento degli Stati Uniti, del Canada o dell’Ucraina oppure consumare pesce proveniente dalla Spagna, Ecuador, Thailandia, ecc.
Quindi il consumatore, per potersi “difendere” da questi potenziali inganni, deve imparare a leggere e a comprendere le etichette dei prodotti alimentari senza però erroneamente considerare un’insidia tutto ciò che viene prodotto con materie prime non di origine italiana.
Dr. Luciano O. Atzori
Consigliere Segretario dell’Ordine Nazionale dei Biologi
Coordinatore della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”
Delegato nazionale per l’Igiene, la Sicurezza e la Qualità
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