Anche i liberi professionisti italiani devono poter beneficiare dei contributi dell’Unione Europea. A spiegarlo è Antonio Tajani, commissario europeo per l’Industria e l’Imprenditoria e vicepresidente della Commissione Ue che, con una lettera inviata al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, chiede che l’Italia riconosca il ruolo dei professionisti nella programmazione finanziaria 2014-2020.
L’invito nasce a seguito del piano di azione per le professioni recentemente discusso a Bruxelles, durante il quale tale categoria è stata valutata alla stregua delle PMI (Piccole e Medie Imprese) poiché, al pari di quest’ultime, favorisce il rilancio dell’economia e l’occupazione. Per tale ragione, quindi, può ricevere qualunque genere di fondo, anche europeo.
“Il lavoro autonomo – spiega Antonio Tajani – ha un enorme peso nel nostro paese, ma va supportato e incentivato attraverso misure e progetti cuciti ad hoc, quali il sostegno all’autoimpiego, la mobilità e la formazione, che possono trovare finanziamento, per esempio, nel Fondo sociale europeo”.
Sono stati mossi i primi passi affinché i liberi professionisti possano divenire beneficiari delle risorse erogate dai programmi europeri, tra cui Horizon 2020 (Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione) e Cosme (Programme for the Competitiveness of Enterprises and SMEs).
Il prossimo appuntamento è fissato per il 7 maggio, data in cui enti previdenziali e professioni presenteranno alle imprese e agli assessori del lavoro la richiesta d’inserimento nei bandi regionali per l’erogazione dei finanziamenti alle imprese. Le iniziative intraprese lasciano ben sperare su possibili futuri piani che tutelino la categoria dei liberi professionisti che, al pari delle PMI, potrebbero usufruire di progetti loro dedicati.
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