La scorsa settimana, durante la Commissione Sanità di Palazzo Madama, i senatori Mandelli e D’Ambrosio hanno presentato una mozione affinché il governo si impegni ad equiparare il trattamento economico e normativo degli specializzandi non medici a quello dei medici.
Da mesi, ormai, i rappresentanti dell’Ordine Nazionale dei Biologi gridano la necessità di porre fine alla disparità che vede coinvolte categorie tra cui biologi, farmacisti, chimici, fisici, psicologi. La questione è stata più volte posta all’attenzione di ministeri, istituzioni e uffici competenti.
Il lungo e qualificante percorso formativo, l’ineccepibile preparazione e la conseguente qualità delle prestazioni erogate sono le fondamenta sulle quali si ergono tali categorie professionali che, in virtù di questo, ricoprono sempre più spesso ruoli dirigenziali all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. Non vi è ragione alcuna, quindi, che giustifichi l’ineguaglianza che le coinvolge.
«La normativa vigente – spiega Luigi d’Ambrosio Lettieri, capogruppo di Forza Italia della Commissione Sanità – vuole l’applicazione di un ordinamento didattico unico valido sia per i laureati in medicina che per gli altri laureati dell’area sanitaria. Ad entrambe le categorie, inoltre, è richiesto un impegno per la formazione specialistica a tempo pieno, proprio come al personale del SSN. Di fatto, però, esistono delle disparità di trattamento». Ed è questa consapevolezza che ha spinto i due senatori a presentare la mozione.
L’auspicio è che l’emendamento possa essere accolto, ponendo così fine a una questione che da troppo tempo penalizza diverse categorie professionali, come quella dei biologi, fondamentali per la crescita e il progresso scientifico del nostro paese.
Fonte: Quotidiano Sanità