Come già riportato in una precedente News ultimamente sta aumentando l’interesse dei colleghi verso il controllo, il monitoraggio e la lotta agli infestanti (Pest Management).
Si ricorda che questo settore in continua sviluppo, a causa delle crescenti infestazioni e al proliferare della normativa europea, offre ai Biologi molteplici possibilità professionali (consulenze, collaborazioni con enti pubblici e privati e possibilità di fare impresa) di conseguenza si è deciso di dare nelle News più spazio ai quesiti posti sull’argomento.
Di seguito si cercherà di dare chiare risposte, anche se in maniera sintetica, ad alcuni quesiti posti recentemente da alcuni Biologi.
QUESITO n. 1
Erano veramente zecche i parassiti che hanno punto la signora Marisa, salita a Milano su un aereo lo scorso settembre? Mi sembra parecchio strano!
RISPOSTA
Non erano zecche i parassiti che hanno punto la signora Marisa, bensì Cimici dei letti.
I campioni spediti dalla signora presso un laboratorio specializzato, sono stati identificati dai Biologi, che afferiscono al laboratorio di parassitologia, come Cimex lectularius, nota come cimice dei letti.
Le cimici dei letti sono ampiamente diffuse dove ci sono le condizioni ideali al loro sviluppo, dove vi sono assembramenti di persone e di animali e dove le condizioni igieniche sono scarse o precarie. Generalmente questi insetti si nascondono nelle cuciture dei materassi o delle poltrone, dove depongono le uova e di notte escono per nutrirsi. L’infestazione degli ambienti avviene per eventi del tutto accidentali, dovuti al trasporto passivo del parassita nei bagagli delle persone, come in scatole di cartone, confezioni alimentari e oggetti domestici vari.
L’uomo viene normalmente aggredito durante le ore notturne; le cimici dei letti, mediante il loro apparato pungente-succhiatore, sono in grado di perforare i tessuti in cui si annidano. La puntura delle cimici per molte persone può essere indolore, ma di solito provoca una reazione locale eritematosa, edematosa e pruriginosa dovuta alla inoculazione della saliva. L’infiammazione in alcuni soggetti può essere assente, in altri intensa con malessere generale e tachicardia. La profilassi ambientale si basa sul rispetto delle comuni norme di igiene in particolare, occorre eseguire periodicamente una pulizia accurata nei punti poco accessibili, dove gli insetti possono insediarsi e riprodursi.
QUESITO n. 2
Sul sito del mio comune per ciò che concerne il ciclo biologico della zanzara tigre, hanno scritto “Il suo ciclo riproduttivo è simile a quello di tutte le zanzare: la femmina depone le uova nell’acqua (fino a 100 per volta), le larve si sviluppano in 1-3 settimane, gli adulti si accoppiano dopo 48-72 ore. Le uova sopravvivono anche alle temperature invernali.”. Questa affermazione è corretta?
RISPOSTA
Sono presenti alcune imprecisioni. I ciclo riproduttivo non è simile a quello di tutte le zanzare, ma solo a quelle appartenenti allo stesso genere e cioè Aedes. Inoltre, la femmina di zanzara tigre non depone le uova nell’acqua.
Onde evitare ulteriori critiche suggerirei di chiedere di cambiare tutto il trafiletto sul ciclo biologico come segue: “il ciclo biologico dell’Aedes albopictus è simile a quello delle zanzare italiane appartenenti allo stesso genere. La fase preimaginale avviene nell’acqua. Le uova, deposte poco sopra la superficie dell’acqua “in asciutta”, schiudono quando sono nuovamente sommerse. Da queste si sviluppano le larve le quali raggiungono lo stadio di pupa; questa porta già racchiusa dentro di sé la forma definitiva dell’insetto.”.
QUESITO n. 3
E’ vero quanto riportato nel quotidiano ………….., di cui si allega copia, sul sistema per ripulire le città dai piccioni?
RISPOSTA
In relazione all’articolo “Una task force anti piccioni “Li sterilizziamo con i mangimi” pubblicato su un noto quotidiano italiano, è importante sottolineare che spesso è nota la presenza di colonie stabili di colombi nella città italiane. Le amministrazioni comunali dovrebbero prevedere delle idonee strategie da adottare per il contenimento anche dei volatili. Strategie sostenibili e a basso impatto ambientale.
Appare davvero singolare la strategia che il Comune citato nell’articolo intende adottare e cioè la riduzione della popolazione dei volatili, semplicemente con la sterilizzazione tramite mangimi medicati.
Negli interventi di Pest Control ridurre solo la natalità non serve a risolvere il problema in quanto si ripresenterebbe nel giro di poco tempo e quindi sarebbe un inutile dispendio di denaro pubblico.
Si può affermare che per il contenimento delle popolazioni di colombi urbani non esistono metodi efficaci, applicabili pedissequamente sempre ed ovunque. Affinché gli interventi siano efficaci, debbono far parte di un piano organico prestabilito e la loro scelta e realizzazione deve basarsi sulla conoscenza degli aspetti dell’ecologia comportamentale della specie e del contesto urbano in cui si opera. E’ di fondamentale importanza anche la valutazione delle risorse umane ed economiche a disposizione.
Occorre che vengano sviluppati protocolli operativi specifici per ciascuna situazione, tenendo presente che i sistemi di controllo integrati, attuati mediante la riduzione della capacità portante dell’ambiente (riduzione delle risorse trofiche e dei siti di nidificazione) eventualmente associati ad altre forme di controllo (riduzione della natalità), sono quelli che si sono dimostrati più efficaci, meno criticabili in termini di approccio e, nel lungo periodo, più economici.
Tali sistemi necessitano di tempi lunghi di attuazione e di una buona conoscenza di base del problema sul territorio e di dati ed informazioni puntuali per attuare azioni, spesso mirate, sul tessuto urbano.
Gli altri sistemi, oltre a registrare il fallimento dei risultati attesi, si dimostrano difficilmente accettabili dall’opinione pubblica ed estremamente dispendiosi. Si può dunque concludere che la difficoltà a pervenire a soluzioni valide ed efficaci, viene generalmente ricondotta alla parzialità ed occasionalità degli interventi, che difettano di una programmazione generale in grado di garantire continuità, razionalità e completezza nell’azione.
Si ribadisce dunque la necessità di intervenire attraverso una strategia pluriarticolata, finalizzata non solo al contenimento numerico, ma anche alla igiene ambientale ed alla eliminazione di tutti i fattori che possano favorire una crescita incontrollata della popolazione di colombi urbani e che vede l’impiego di figure specializzate come i Biologi.
Dr.ssa Elvira Tarsitano
Componente della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”
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