Comunicato stampa EFSA Costituire una base comune per la legislazione alimentare attraverso l’istituzione di un un’Autorità europea per la sicurezza alimentare: questo dice il Regolamento CE 178/2002, che agli artt. 22 e 23 ne definisce compiti e funzioni. L’EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha il compito di offrire “consulenza scientifica e assistenza scientifica e tecnica per la normativa e le politiche della Comunità in tutti i campi che hanno un’incidenza diretta o indiretta sulla sicurezza degli alimenti e dei mangimi. Essa fornisce informazioni indipendenti su tutte le materie che rientrano in detti campi e comunica i rischi.” Tra le diverse tipologie di rischio sanitario, i residui di pesticidi rappresentano una fonte di contaminazione non trascurabile di molti alimenti e matrici ambientali.
I pesticidi sono normati principalmente dal Regolamento CE 1107/2009 che sostituisce la Direttiva 91/414/CEE e i prodotti fitosanitari non possono essere commercializzati o utilizzati se non precedentemente autorizzati. Gli LMR (Livelli Massimi Residui) sono disciplinato dal Regolamento CE 396/2005. Annualmente l’EFSA pubblica una relazione sui residui di tali sostanze negli alimenti, realizzate grazie ad un monitoraggio coordinato. Di seguito si riporta il testo integrale:
Comunicato stampa 11 dicembre 2014
Oltre il 97% di tutti i campioni analizzati nell’ambito dell’ultimo piano di monitoraggio a dimensione europea sulla presenza di pesticidi negli alimenti contiene livelli di residui che non superano i limiti di legge, con oltre il 54% dei campioni esenti da qualsiasi traccia rilevabile di fitofarmaci. Sono questi i risultati che emergono dalla relazione annuale dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sui residui di pesticidi negli alimenti rilevati nel 2012. La relazione è basata sulle analisi di oltre 79 000 campioni alimentari eseguite da 27 Stati membri dell’UE, oltre che da Islanda e Norvegia.
Nell’ambito di questo esteso piano di monitoraggio dei residui di pesticidi negli alimenti ciascuno dei 29 Paesi aderenti esegue due programmi di controllo: un programma nazionale (istituito da ciascun Paese) e un programma coordinato dall’UE, che impone a tutti gli organismi nazionali di eseguire analoghe attività di monitoraggio. Nel 2012, nell’ambito del programma coordinato dall’UE, sono stati analizzati 12 prodotti alimentari per individuare l’eventuale presenza di 205 pesticidi diversi. In ambedue i programmi sono stati testati circa 78 390 campioni di oltre 750 diversi tipi di prodotti alimentari in relazione a quasi 800 pesticidi e metaboliti.
Dai risultati dei programmi nazionali si evince che il 97,1% dei campioni alimentari analizzati conteneva residui di pesticidi nei limiti di legge ammessi dall’UE, noti come livelli massimi di residui (LMR). Per gli alimenti biologici la percentuale di eccedenza degli LMR in confronto ai prodotti non biologici è risultata inferiore (lo 0,8% contro il 3,1%). Il tasso di non conformità degli alimenti importati nell’UE, in Norvegia e in Islanda da Paesi extraeuropei era invece cinque volte superiore a quello degli alimenti provenienti da questi Paesi (il 7,5% contro l’1,4%).
Dai risultati del programma coordinato dall’UE è emerso che il 99,1% dei campioni analizzati conteneva livelli di residui nei limiti consentiti e che quasi il 60% dei campioni non conteneva alcuna traccia quantificabile di residuo. Gli alimenti con le percentuali più elevate di eccedenza degli LMR sono stati i broccoli (2,8%), il cavolfiore (2,1%), l’uva da tavola (1,8%), i peperoni (1,4%) e le melanzane (1%). Gli alimenti con le più basse percentuali di eccedenza degli LRM sono stati i piselli privi di baccello e l’olio d’oliva (0,1% per entrambi), il grano (0,7%) e le banane (0,7%). Non è stato rilevato superamento degli LMR nel succo d’arancia né nei prodotti di origine animale (burro e uova di gallina).
L’EFSA ha inoltre condotto una valutazione per stabilire se l’attuale esposizione alimentare ai residui di pesticidi rappresenti un rischio per la salute umana, sia a lungo termine (rischio cronico) che a breve termine (rischio acuto). L’Autorità ha concluso che è improbabile che la presenza di residui di pesticidi negli alimenti nel 2012 abbia avuto effetti di lungo termine sulla salute dei consumatori. Per quanto riguarda invece l’esposizione di breve termine ai residui di pesticidi, per circa lo 0,02% degli alimenti non è stato possibile escludere rischi nel caso di un loro consumo in grosse quantità.
Dai risultati pubblicati si evince come la politica del biologico dia comunque i suoi frutti. Infatti i dati riportati mostrano un quadro complessivo abbastanza analitico che indica come gli sforzi tesi a garantire e tutelare gli interessi e la salute del consumatore siano realmente efficaci.
La relazione inoltre nasce con lo scopo di informare i consumatori sui rischi associati alla presenza di pesticidi, fornendo un panoramica sui possibili rischi associati a taluni prodotti o gruppi di prodotti.
Dr.ssa Elga Baviera
Componente della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”
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