Continuano a pervenire quesiti sul Pest Management.
Sempre più colleghi si stanno avvicinando a questo settore che, come ampiamente ribadito, risulta in continuo sviluppo e quindi può offrire ai Biologi molte possibilità professionali.
Di seguito si cercherà di dare risposta ad un quesito posto, in forma differente, da più Colleghi.
QUESITO n. 6
… (Omissis…) quali sono i problemi igienico-sanitari e i rischi per la salute pubblica legati alla fecalizzazione ambientale ad opera dei cani?
RISPOSTA
I problemi legati alla fecalizzazione ambientale da deiezioni canine non opportunamente rimosse a causa di cattive abitudini da parte dei proprietari dei cani è una delle problematiche sanitarie dai caratteri rilevanti tanto da rappresentare fattore di molestia per le popolazioni oltre che determinare l’insorgenza e la diffusione di potenziali patologie.
Il numero di animali domestici è notevolmente aumentato nelle città italiane e quindi le feci dei cani non rimosse dalle strade possono costituire un importante fattore di contaminazione ambientale.
La sopravvivenza di agenti patogeni nelle feci di cani può comportare: la diffusione per via aerea (dopo essiccamento e polverizzazione delle feci), mediante il pulviscolo sollevato dal vento e dal traffico veicolare, con possibile inquinamento, di alimenti non sufficientemente protetti; il trasporto nelle abitazioni tramite le scarpe imbrattate di feci.
Un altro aspetto è connesso al numero di animali sinantropici, come Columbia livia, che nelle città italiane, ha raggiunto valori tali da richiedere interventi di controllo mirati. Il loro adattamento all’habitat urbano con colonizzazione di nuove nicchie ecologiche ha portato all’accumulo di ingenti quantità di guano nelle piazze, sugli edifici, sui monumenti e in tutti i luoghi utilizzati per la nidificazione. E’ noto che il guano può comportare rischi igienici e sanitari per l’uomo e per gli altri animali in quanto può essere fonte di infezioni micotiche, virali, batteriche (in particolare salmonella e clamidie) oltre che rappresentare un substrato idoneo per artropodi ectoparassiti.
In tale ottica sono utili indagini conoscitive per definire l’eventuale circolazione di organismi patogeni di origine batterica, virale e parassitaria nella popolazione canina delle città in considerazione della elevata presenza nell’area urbana di cani sia di proprietà che randagi. Obiettivo delle indagini deve essere quello di acquisire dati sull’igiene urbana e sulla ecologia urbana, sul grado di fecalizzazione ambientale, sulla potenziale diffusione di malattie trasmissibili da questi animali all’uomo ed agli stessi animali e l’analisi del rischio zoonosico in ambito urbano, al fine di valutarne la pericolosità per la salute pubblica e l’ambiente; di individuare misure specifiche per le stesse con proposta degli interventi di gestione, prevenzione, monitoraggio, disinfestazione e controllo e proposte di campagne di sensibilizzazione pubblica di tipo integrato e partecipato. I dati di letteratura sull’argomento evidenziano che le aree pubbliche possono essere contaminate da potenziali agenti patogeni e che esistono potenziali rischi per la salute pubblica.
Agli esperti come i Biologi ed altri operatori è affidata ”l’educazione” sanitaria dei proprietari, attraverso l’informazione e l’incoraggiamento ad attuare la più adeguata profilassi. Al comune senso civico di ogni detentore di animale spetta invece l’osservanza delle norme igieniche e delle normative vigenti, prima fra tutte quella che impone la immediata rimozione delle feci emesse dal proprio cane durante le “passeggiate”. In conclusione una migliore igiene urbana, con rimozione delle feci sia da parte del cittadino che da parte delle istituzioni pubbliche e un miglior monitoraggio dei cani di tutte le età (periodici esami coprologici e interventi antiparassitari) porterebbero sicuramente a un miglioramento igienico fecale e ad una riduzione del rischio di zoonosi.
Dr.ssa Elvira Tarsitano
Componente della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”
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