Tutti gli standard che hanno come obiettivo la sicurezza alimentare, siano essi pubblici come la UNI EN ISO 22000 o privati come il Global Standard for Food Safety (BRC, British Retail Consortium) e IFS (International Featured Standard), prevedono in modo più o meno esplicito un’attività fondamentale: il controllo degli infestanti (Pest Control).
Quando un’azienda che lavora e trasforma alimenti intraprende un iter certificativo non può assolutamente prescindere dallo studio e successiva analisi degli infestanti che potrebbero essere attratti dalle materie lavorate e, potenzialmente, insudiciarle rendendole non più commerciabili.
Quando si parla di “Pest” ci si riferisce a tre grandi raggruppamenti: insetti, muridi e uccelli. Questi infestanti, in maniera differente tra loro, sono vettori di patogeni e rappresentano un rischio per la sicurezza alimentare.
Questo è il motivo principale per cui è necessario monitorarli e combatterli, ma non l’unico: ad esempio, topi e ratti possono danneggiare gli alimenti mediante attività trofica (sottrazione delle derrate per nutrirsene), i colombi danneggiano le strutture esterne con il guano, i ratti riescono a rosicchiare diversi materiali (i blackout elettrici possono verificarsi a seguito del rosicchiamento di cavi). Infine non si possono trascurare l’elevatissimo danno d’immagine, la pubblicità negativa e la diminuzione della fiducia dei consumatori a seguito di segnalazioni o ritrovamenti di infestanti negli alimenti.
Al danno d’immagine segue - quasi sempre - il danno economico dovuto alle ripercussioni legali a cui deve far fronte l’azienda incriminata. Di seguito si riportano alcuni esempi di titoli di informazione che ci chiariscono quanto finora descritto: - “Larve nella pasta in mensa, protestano le famiglie”. Milano, Corriere della sera, dicembre 2013;
- “Dolci di Pasqua con escrementi di topo, sequestrata azienda dolciaria nel Salernitano”. Corriere del Mezzogiorno, marzo 2013.
E via discorrendo.
Il ritrovamento di infestanti, di frammenti di essi o di escrementi in un prodotto a marchio della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) ha un elevatissimo impatto negativo a livello di immagine, con ripercussioni economiche potenzialmente assai rilevanti. La GDO necessita di tutelare il più possibile i prodotti alimentari che commercializza e che sono contrassegnati con il marchio del distributore, quindi le aziende che vendono i prodotti alla GDO devono seguire elevati standard qualitativi. Ecco il motivo per cui gli standard privati - BRC e IFS - sono stati ideati dalla GDO che, ricordiamo, è responsabile anche se non ha prodotto l’alimento (art. 17 Reg. 178).
Si riportano di seguito i diversi punti in cui si affrontano le tematiche del pest control all’interno delle revisioni correnti degli standard certificativi BRC e IFS, con un breve commento:
- BRC 4.13.1, IFS 4.13.1 “La frequenza delle ispezioni deve essere determinata in base alla valutazione del rischio e documentata”. Ogni azienda deve condurre un’analisi del rischio per ogni prodotto che realizza, al fine di valutare il rischio associato alla contaminazione da infestanti. Se l’analisi mostra che il rischio legato alla contaminazione del prodotto è elevato in alcune aree più che in altre allora il programma di pest control deve essere orientato a minimizzare questo rischio.
- Sia all’interno della BRC sia dell’IFS viene evidenziata la necessità di definire un sistema di controllo per tutti gli infestanti potenzialmente riscontrabili (muridi, coleotteri, blatte, ditteri, uccelli, ecc.) e di ispezionare ed analizzare il contesto in cui è inserito lo stabilimento alimentare e la natura dei prodotti lavorati. Entrambi gli standard richiedono di “avvalersi di una società specializzata nel pest control (azienda di disinfestazione), competente (…) o di personale interno opportunamente formato”. Non viene specificato, neanche all’interno delle linee guida BRC, quale sia il metodo di valutazione o i requisiti per definire che il personale di una ditta di disinfestazione sia competente e formato.
- BRC 4.13.3, IFS 4.13.1 “I documenti e le registrazioni del pest control devono essere conservati e devono includere come minimo: planimetria aggiornata della rete di monitoraggio, identificazione esche e presidi, informazioni su prodotti utilizzati comprese le schede tecniche e di sicurezza, registrazione dei fenomeni di infestazione identificati, informazioni sui trattamenti eseguiti.”
- BRC 4.13.4, IFS 4.13.4 “I contenitori delle esche devono essere solidi, a prova di manomissione, posti al sicuro e adeguatamente collocati per prevenire il rischio di contaminazione del prodotto. Nelle aree di produzione o di stoccaggio non devono essere utilizzate esche tossiche per i roditori, salvo nei casi di trattamento di un’infestazione in corso.”
Entrambi gli standard chiarificano che le esche tossiche non devono entrare nelle aree produttive o nei magazzini, a meno che non siano riscontrate evidenze oggettive di un’infestazione di muridi.
- “E’ necessario valutare e analizzare i trend di presenza degli infestanti”. Una corretta analisi dei dati di cattura derivanti dal monitoraggio aiuta nella programmazione di mirate azioni preventive e correttive. Spesso, proprio grazie ad un’accurata analisi dei trend di cattura, è possibile prevenire l’instaurarsi di un focolaio infestativo esclusivamente con azioni preventive.
- “E’ necessario conservare le registrazioni dei monitoraggi, delle raccomandazioni e delle azioni correttive intraprese”. Le attività svolte dalla ditta di pest control devono essere registrate (scritte) e conservate ai fini di una analisi oggettiva della situazione. Queste registrazioni devono poi essere esaminate da una o più persone formate in azienda. Ci deve essere comunicazione tra ditta di disinfestazione e azienda alimentare per poter stabilire quale tipo di azione correttiva sia più adeguato.
- Solo all’interno della BRC 4.13.8 “Deve essere eseguita un’indagine approfondita e documentata relativa al controllo delle infestazioni, adottando una frequenza calcolata in base al rischio, di solito trimestrale (quarterly). L’indagine deve essere eseguita da un esperto nel controllo delle infestazioni, il quale procederà ad una valutazione delle misure di controllo intraprese dall’azienda”.
Come è evidente, il Pest Control è tra i fondamenti di queste certificazioni private e, quindi, è necessario che le aziende alimentari si affidino a ditte di disinfestazione con personale adeguatamente formato e competente quale spesso i Biologi lo sono.
Si coglie l’occasione per informare gli iscritti al servizio News che l’ONB, attraverso l’attività della Commissione permanente di studio “Igiene, Sicurezza e Qualità”, ha progettato un corso teorico-‐pratico di alta formazione che a breve verrà reso attuativo al fine di saturare le eventuali carenze dei colleghi che vogliono essere maggiormente competenti nel Pest Control e quindi maggiormente spendibili sul mercato del lavoro. A tal proposito si ricorda che aziende agro-‐alimentari e ditte operanti nel pest control sempre più spesso stanno cercando professionisti altamente competenti nel settore.
Dr.ssa Alessandra Negri
Esperta in Pest Control e in Pest Proofing
Dr.ssa Elvira Tarsitano
Componente della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”
Esperta in Pest Control e in Pest Management
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