Relazione annuale al Piano Nazionale Integrato 2014

Il Piano Nazionale Integrato (PNI) si prefigge lo scopo di tutelare la salute dei cittadini attraverso un sistema di controlli ufficiali lungo tutta la filiera produttiva, intendendo con esso anche il benessere e l’alimentazione animale, la sanità delle piante e alcuni aspetti relativi alla tutela ambientale.

Si forniscono in tal modo i risultati delle attività di controllo, degli obiettivi raggiunti e delle eventuali migliorie. Il Piano si sviluppa e prende corpo dalle collaborazioni multidisciplinari di diversi organismi impegnati.

I criteri di riferimento si rifanno al Regolamento 882/2004 e alle linee guida comunitarie: Decisione 2008/654/CE e 2007/363/CE. In base poi all’art. 17 c. 2 del Regolamento 178/2002 “Gli Stati membri applicano la legislazione alimentare e controllano e verificano il rispetto delle pertinenti disposizioni della medesima da parte degli operatori del settore alimentare e dei mangimi, in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione “stabilendo sanzioni e misure da applicare in caso di violazione.

Il D.lgs. 193/2007 all’art. 2 si stabilisce le autorità competenti:

• Ministero della Salute

• Regioni

• Province autonome di Trento e Bolzano

 

Aziende sanitarie locali Al PNI partecipano quindi:

• Ministero della Salute

• ISS (Istituto Superiore di Sanità)

• IIZZSS (Istituti Zooprofilattici Sperimentali)

• Regioni e Province autonome

• ASL

• Mipaaf (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali)

• Mattm (Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare)

• N.A.S. (Comando Carabinieri per la Tutela della Salute)

• N.A.C. (Nucleo Antifrodi dei Carabinieri) – Comando dei Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari

• Guardia di Finanza

• Corpo Forestale dello stato

• Capitanerie di porto

• …

 

Il Titolo V del Regolamento 882/2004 (art.41) stabilisce che “…ciascuno Stato membro elabora un unico piano integrato di controllo nazionale pluriennale“, mentre per quanto concerne i controlli comunitari (art. 45) “… Gli audit sono effettuati su base regolare. L’obiettivo principale è di verificare che globalmente i controlli ufficiali negli Stati membri si svolgano conformemente ai piani di controllo nazionali pluriennali di cui all’articolo 41 e alla normativa comunitaria″.

Essi servono a:

a) verificare l’attuazione del piano di controllo nazionale pluriennale, della normativa in materia di mangimi e di alimenti e di quella sulla salute e sul benessere degli animali e possono comprendere, a seconda dei casi, ispezioni in loco di servizi ufficiali e di strutture attinenti al settore sottoposto a audit;

b) verificare il funzionamento e l’organizzazione delle autorità competenti;

c) indagare su problemi importanti o ricorrenti negli Stati membri;

d) indagare su situazioni di emergenza, problemi emergenti o nuovi sviluppi negli Stati membri.

 

Fatta questa doverosa premessa vediamo di mettere in evidenza ciò che il PNI ha evidenziato dall’Allegato al Capitolo 5 della Relazione annuale al PNI -­ 2014.

 

Valutazione dei pericoli in funzione della sicurezza alimentare

Come per gli anni 2011-­2013, le percentuali più elevate di irregolarità sono state riscontrate nella “ristorazione” (29,2%) e nei “produttori e confezionatori che vendono prevalentemente al dettaglio” (20,8%). In particolare, le percentuali più elevate di infrazioni hanno riguardato, anche per il 2014, l’igiene generale e l’igiene (HACCP e formazione del personale).

L’attività di ispezione e audit riferibile a tutte le regioni e svolta in base ad una pianificazione/programmazione dei controlli, ha evidenziato anche per il 2014 un alto numero di non conformità pari al 9,9%, in particolare negli stabilimenti di produzione di latte e prodotti a base di latte (13,0%) e negli stabilimenti adibiti a macelli e sezionamenti di carni rosse (7,3%) che hanno riguardato le condizioni strutturali e le attrezzature, nonché la gestione dei prerequisiti.

I controlli effettuati dalla forze di polizia evidenziano anche per il 2014 un’elevata attività che ha portato ad effettuare complessivamente 69.740 interventi su tutto il territorio nazionale con una percentuale di illeciti del 22,5%, stabile rispetto al triennio 2011-­2013, che hanno riguardato soprattutto la tracciabilità/etichettatura in quasi tutti i settori alimentari controllati, in particolare a livello della ristorazione e della vendita.

 

Pericoli chimici

Per i residui di farmaci negli alimenti di origine animale si conferma una bassa percentuale di positività che aumenta nel caso in cui i controlli siano effettuati in modo mirato o a seguito di sospetto.

Per quanto riguarda il controllo dei principi attivi nei mangimi le percentuali di non conformità risultano in lieve aumento e interessano, come in passato, la presenza di sostanze farmacologicamente attive ed additivi vietati o in concentrazione non consentita.

…la presenza di residui di fitofarmaci continuano a presentarsi senza significative variazioni rispetto agli anni precedenti investendo, come atteso, prevalentemente il settore dei vegetali freschi e della frutta.

Per quanto riguarda gli additivi alimentari va evidenziato, in particolare, il rischio collegato all’uso illegale e non dichiarato di solfiti (additivo alimentare classificato tra gli allergeni) in certe tipologie di alimenti (ad es. carni fresche) o al suo impiego non dichiarato o superiore al limite consentito nei prodotti ittici (crostacei).

Per quanto concerne le micotossine i dati sembrano indicare una leggera diminuzione delle non conformità nei gruppi di alimenti tradizionalmente più esposti al rischio di contaminazione (cereali, frutta secca).

I metalli pesanti…I dati segnalano la necessità di sorvegliare il settore ittico che emerge come la filiera maggiormente interessata (mercurio nei pesci predatori) e quei gruppi di alimenti (spezie, erbe)…

Il cattivo stato di conservazione costituisce una delle infrazione più ricorrenti in diversi settori merceologici …in particolare nel settore della distribuzione degli alimenti e delle bevande…

… frodi/adulterazioni in campo agroalimentare, oltre a confermare la rilevanza quali-­ quantitativa del fenomeno, hanno consentito di evidenziare la potenziale ricaduta sanitaria di un ampio spettro di attività illecite quali: ri-­etichettatura di prodotti scaduti, utilizzo di materie prime non idonee al consumo umano, frodi nel settore del biologico, problematiche di rintracciabilità legate alle materie prime e ai prodotti finiti.

 

Pericoli fisici

…la contaminazione da corpi estranei (vetro, metallo) le segnalazioni evidenziano un incremento delle segnalazioni nel sistema di Allerta…

Per quanto riguarda alcune delle problematiche legate alle contaminazioni microbiologiche, risulta da un rapporto del RASFF che la Salmonella spp è il contaminante principale con il maggior numero di segnalazioni per pollame e alimentazione animale. I casi di listeriosi segnano un aumento nel triennio 2011-­2014 con una contaminazione da Listeria monocytogenes dei “Materiali destinati ad entrare a contatto con gli alimenti”, così come le notifiche di allerta riguardanti i prodotti della pesca e del latte e derivati. Anche i casi di campilobatteriosi sono in costante aumento.

Nel complesso emerge un quadro dal quale risulta che ancora, a quasi 20 anni dal D.Lgs 155/97 il maggior numero di infrazioni riguarda l’HACCP e il settore della ristorazione in generale, oltre agli aspetti inerenti l’etichettatura e la tracciabilità, solo per citarne alcuni.

 

 

 

Dr.ssa Elga Baviera

Componente della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”

Esperta in Sicurezza degli Alimenti

 

 

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