Il 7 agosto del 2014 con la risoluzione n. 778 la Russia ha decretato il divieto di importare per un anno verso la Federazione Russa prodotti, materie prime ed alimenti provenienti dagli Stati Uniti d’America, Unione Europea, Canada, Australia e Regno di Norvegia inseriti in un elenco. Con la ratifica successiva, la n. 830 del 20 agosto 2014, si sono poi introdotte delle modiche all’elenco dei prodotti presenti in allegato come di seguito riportato:
ELENCO
dei prodotti agroalimentari, delle materie prime e degli alimenti provenienti dagli Stati Uniti d’America, dall’Unione Europea, dal Canada, dall’Australia e dal Regno di Norvegia, la cui importazione nella Federazione Russa è vietata per la durata di un anno
* Ai fini di applicazione del presente elenco bisogna attenersi esclusivamente al codice TN VED TS (Codice di nomenclatura merceologica dell’attività economica con l’estero dell’Unione Doganale), la denominazione della merce è inserita per comodità di impiego.
** Ai fini di applicazione della presente voce bisogna attenersi sia al codice TN VED TS che alla denominazione della merce.
*** A eccezione delle merci destinate all’alimentazione infantile.
Il giugno scorso il governo russo ha annunciato una proroga ed esteso il divieto di importazione anche ad Albania, Montenegro, Islanda, Lichtenstein e Ucraina. In una nota della Coldiretti si legge che “l’embargo russo sui prodotti alimentari è costato all’Italia circa 240 milioni di euro in un anno solo di mancato export di prodotti agroalimentari Made in Italy direttamente colpiti. Tuttavia, si contano perdite nettamente maggiori se si considerano gli effetti indiretti che riguardano altri prodotti e altri settori. I prodotti italiani più colpiti, continua l’analisi di Coldiretti, sono:
· la frutta fresca,
· i lattiero caseari e i formaggi,
· la carne e ai suoi derivati.
Tra questi, “a soffrire sono molte specialità alimentari come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano che contano in media perdite dirette per le mancate esportazioni di 15 milioni di euro nell’arco dell’anno”.
Secondo il servizio federale delle dogane russo nel corso del 1° trimestre di quest’anno sono state sequestrate 552 tonnellate di merci importate nel paese in violazione dell’embargo disposto da Mosca. Il governo ha approvato una serie di sanzioni, il 6 agosto scorso, che prevedono anche la distruzione dei prodotti. Il Vice Capo del Rosselkhoznadzor (organo preposto al controllo di qualità dei prodotti di consumo), Nikolai Vlasov, ha ribadito che l’agenzia controllerà i prodotti alla frontiera e presso i magazzini di stoccaggio provvisorio. Sembrerebbe inoltre che alcuni gruppi di cosacchi “Irbis” stiano “pattugliando” i negozi di San Pietroburgo alla ricerca di prodotti di contrabbando, anche se, in una nota pubblicata il 21 agosto su www.rosbalt.ru (servizio stampa del Ministero) si legge come i cosacchi comunque non abbiamo alcun diritto di effettuare incursioni o ispezioni non autorizzate nei negozi come affermato da Boris Vishnevsky (membro dell’assemblea legislativa di San Pietroburgo). Sempre in una nota pubblicata sullo stesso sito il 18 agosto si legge che la settimana precedente sono state distrutte circa 550 tonnellate di cibo vegetale di contrabbando e 47 tonnellate di prodotti di origine animale compresi i 576 kg di prodotti presenti nei bagagli a mano.
Sul quotidiano www.kommersant.ru la giornalista Nikita Sokolov ha commentato come la frase “distruggere il cibo” sia immorale e non etico” e c’è chi propone di distribuire questo cibo ai meno abbienti, orfanotrofi, centri di assistenza, etc…. Putin ci penserà!
Dr.ssa Elga Baviera
Membro della Commissione Permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”
Esperta in Sicurezza degli Alimenti
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