EFSA (European Food Safety Authority): “Un aromatizzante suscita preoccupazioni per la sicurezza”

Notoriamente presente nella buccia degli agrumi, la perillaldeide è anche il principale componente e responsabile dell’aroma estratto dalle foglie della Perilla frutescens ampiamente coltivata in paesi come la Cina (detta anche basilico della Cina), il Giappone e la Corea.

Questa pianta, appartenete alla famiglia delle labiate, è usata in fitoterapia per le molteplici virtù grazie alla presenza di principi attivi importanti usati nel trattamento di patologie allergiche e non solo, deve però essere esente da perillaldeide considerata un costituente potenzialmente allergizzante.

Aggiunta ad alcuni prodotti da forno, a base di carne e bevande alcoliche e non, conferisce un odore “agrumato” e un sapore “speziato” di agrumi.

Gli aromatizzanti sono sostanze usate nell’alimentazione per conferire sapore e profumo, il loro uso è disciplinato dal Regolamento CE 1334/2008 (relativo agli aromi e ad alcuni ingredienti alimentari con proprietà aromatizzanti) e la valutazione del rischio dell’uso di queste sostanze viene effettuata periodicamente da un gruppo di esperti dell’EFSA che dal 2012 ha redatto un elenco di sostanze aromatizzanti che possono essere impiegate: Regolamento CE 872/2012 Tabella 1.

Il 23 luglio 2015 è stata pubblicata una notizia sul sito dell’EFSA nella quale vengono riportati i dati di uno studio, effettuato su animali, relativamente alla sostanza p-menta-1,8-diene-7-al (aldeide perillica o perillaldeide) usata come aromatizzante. Sostanza, la p-mentha-1,8-dien-7-al (C10H14O), presente anche nell’elenco del “Toxic Substances Control Act Chemical Substance Inventory” of United States Environmental Protection Agency relativo al maggio del 1979.

L’aldeide perillica è un indicatore usato anche per valutare altre nove sostanze chimiche strutturalmente affini note come “aldeidi alicicliche” e appartenenti al sottogruppo 2.2. Le aldeidi rappresentano una classe di sostanze che in genere presenta caratteristiche di tossicità più o meno marcata.

Appunto nel 2008 la Commissione europea ha chiesto di riesaminare la sostanza. Le conclusioni del rapporto del 2013 “Scientific Opinion on Flavouring Group Evaluation 208 (FGE.208): Consideration of genotoxicity data on representatives for 10 alicyclic aldehydes with the α, β-unsaturation in ring / side- chain and precursors from chemical subgroup 2.2 of FGE.19 by EFSA1” furono che nel complesso, i dati disponibili sollevano qualche preoccupazione per il potenziale genotossico del p-menta-1,8-diene-7-al (FL-no: 05.117) e che per chiarire ulteriormente il ruolo di questa molecola fosse necessario sostenere ulteriori test in vivo attraverso il Comet assay (test della Cometa).

Si tratta di elettroforesi su singola cellula che permette di identificare i danni causati al DNA in una cellula e quindi capire se una sostanza può provocare danni ai cromosomi con conseguente mutazione. Il test non consente però di determinare l’entità o la porzione di genoma che ha subito il danno, per cui deve poter essere accompagnato da altri tipi di test di mutagenesi.

In seguito ad ulteriori dati presentati nel gennaio e nel marzo del 2014 la commissione europea ha chiesto una ulteriore valutazione in conformità al Regolamento CE 1565/2000 “che stabilisce le misure necessarie per l’adozione di un programma di valutazione in applicazione del regolamento (CE) n. 2232/96 del Parlamento europeo e del Consiglio”.

Il nuovo rapporto stilato dall’EFSA, “Scientific Opinion on Flavouring Group Evaluation 208 Revision 1 (FGE.208Rev1): Consideration of genotoxicity data on representatives for 10 alicyclic aldehydes with the α, β-unsaturation in ring / side- chain and precursors from chemical subgroup 2.2 of FGE.191” valuta i dati forniti, tramite Ames test (test genetico per l’analisi della genotossicità considerato generalmente come il test più sensibile in vitro) in vitro su batteri e su cellule di mammiferi.

“Nel complesso i dati attualmente disponibili sollevano qualche preoccupazione per il potenziale genotossico del p-menta-1,8-diene-7-al [Fl-no: 05,117]” si legge nel rapporto, di conseguenza c’è preoccupazione per l’utilizzo di questa sostanza come aromatizzante.

Lascio a voi colleghi le conclusioni…



Dr.ssa Elga Baviera

Componente della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità”
Esperta in Sicurezza degli Alimenti

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