(AdnKronos Salute, 15 marzo 2018) – Buoni risultati a Cardiff, non dovranno essere conservati in frigo ma test su uomo lontani
Scienziati britannici più vicini alla creazione di vaccini sotto forma di pillola, e non di fastidiose iniezioni. Un team dell’università di Cardiff ha infatti realizzato un prototipo di vaccino orale contro l’influenza che fra l’altro, a differenza del liquido per le inoculazioni, non ha bisogno di essere conservato in congelatore. Un elemento che renderebbe questi prodotti anche più facilmente utilizzabili nei Paesi in via di sviluppo: esiste infatti già un vaccino in compresse contro la poliomielite, ma richiede comunque la conservazione in frigo. I vaccini tradizionali funzionano introducendo nell’organismo una forma attenuata di un virus o di un batterio – o una parte innocua di esso, come un peptide – al fine di provocare una risposta immunitaria. Questo permette al nostro corpo di riconoscere una malattia, come l’influenza, e di affrontarla in modo più efficace se dovesse insorgere per davvero. Ma questi prodotti devono essere refrigerati durante il trasporto affinché rimangano stabili, cosa che li rende costosi e difficili da far arrivare in Paesi senza una fornitura elettrica affidabile. Per questo nuovo vaccino contro l’influenza A, gli scienziati dell’università gallese hanno creato peptidi artificiali che imitano quelli dei virus reali. A differenza delle proteine naturali, però, queste molecole non possono essere digerite e così si possono somministrare sotto forma di pillola. Lo studio, pubblicato sul ‘Journal of Clinical Investigation’, ha rilevato che il prototipo è stato in grado di innescare una forte risposta da parte del sistema immunitario nelle cellule umane, base per gli studi effettuati su coltura. E si è dimostrato efficace anche nei test successivi sui nei topi. Andrew Sewell della Scuola di medicina dell’Università di Cardiff, che ha diretto lo studio, spiega: “I vaccini orali hanno molti vantaggi. Non solo sarebbero una grande notizia per le persone che hanno paura degli aghi, ma potrebbero anche essere molto più facili da conservare e trasportare, cosa che li renderebbe più adatti all’uso in luoghi remoti, dove gli attuali sistemi di somministrazione dei vaccini possono essere problematici”. I ricercatori avvertono però che saranno necessarie molte ricerche per sviluppare vaccinazioni sintetiche su larga scala e per altre malattie, e che prima dei test sull’uomo potrebbero volerci diversi anni. (Bdc/AdnKronos)