Dopo 20 anni di lavoro, è stato finalmente decodificato l’enzima in grado di fermare l’invecchiamento di piante, animali ed esseri umani.
Lo ha annunciato un gruppo di ricercatori dell’Università della California a Berkeley in uno studio pubblicato sulla rivista Nature. Svelare la struttura di questo enzima complesso, chiamato telomerasi, potrebbe portare a sviluppare farmaci che rallentano o bloccano il processo di invecchiamento, insieme a nuovi trattamenti per il cancro.
Gli scienziati sono entusiasti di aver finalmente mappato l’enzima che si pensa possa prevenire l’invecchiamento riparando le punte dei cromosomi. “E’ passato molto tempo”, ha detto Kathleen Collins, biologa molecolare dell’Università della California a Berkeley e autrice dello studio. “I nostri risultati forniscono un quadro strutturale per la comprensione delle mutazioni della malattia della telomerasi umana e rappresentano un passo importante verso la terapia clinica correlata alla telomerasi”, ha aggiunto.
In parte proteina e in parte RNA (materiale genetico che trasmette istruzioni per costruire le proteine), l’enzima telomerasi agisce sulle guaine microscopiche, note come telomeri, che coprono le punte dei cromosomi trovati all’interno di tutte le cellule. Ogni volta che una cellula si divide i telomeri si consumano un po’ di più, fino a quando la cellula smette di dividersi e muore. Questo, concordano i biologi, farebbe parte del naturale processo di invecchiamento. Ma c’è una svolta. L’enzima telomerasi potrebbe rivelarsi fondamentale nella longevità.
Così come può essere collegato alla malattia: una carenza dell’enzima potrebbe accelerare la morte cellulare. All’altro estremo, troppa telomerasi supporta la crescita cellulare incontrollata nella maggior parte dei tumori umani. I primi tentativi di sviluppare farmaci in grado di controllare il funzionamento degli enzimi “sono stati ostacolati da una comprensione incompleta della struttura e dell’organizzazione del complesso telomerasi”, hanno spiegato i ricercatori.
Per decifrare l’enzima telomerasi, gli studiosi hanno utilizzato un microscopio crioelettronico all’avanguardia (Cryo-EM) per vedere l’enzima in azione a risoluzioni senza precedenti, un dispositivo che nel 2017 ha fatto vincere ai suoi sviluppatori il Premio Nobel per la Chimica. Si tratta di un passo fondamentale verso la possibilità di allungare la vita degli esseri umani, oltre che a rendere più curabili alcune malattie.