Nel cuore dell’Emilia un paradiso da preservare. Manuela Rontini, presidente della commissione Territorio, ambiente e mobilità della Regione Emilia-Romagna, e Luciana Serri, presidente della commissione Politiche economiche dello stesso ente, hanno promosso una visita istituzionale alla Sacca di Goro, località del Ferrarese nota per essere la prima realtà produttiva di vongole in Italia e in Europa, la seconda nel mondo. Una vera e propria una “fabbrica a cielo aperto” dei rinomati prodotti ittici.
La Sacca è un ambiente lagunare protetto di 1.600 ettari a cui vanno aggiunti 800 ettari di nursery (zone di allevamento del seme, cioè il novellame selvatico). Produce, annualmente, 14/15 mila tonnellate di mitili, il 54% per cento della produzione italiana (40 per cento di quella europea). E’ qui, tra l’altro, che “nasce” l’unica ostrica mediterranea “made in Italy”. Il polo dà lavoro a circa 1.600 addetti e genera un volume d’affari di oltre 100 milioni annui (escludendo l’indotto). La Sacca è inoltre una realtà presa ad esempio anche per la valenza ambientale (Mab Unesco) ed è l’unico Life in Europa gestito in compartecipazione da istituzioni pubbliche e operatori privati (allevatori), esempio unico di simbiosi riuscita tra uomo e ambiente.
La laguna, però, è anche un ambiente in transizione continua che necessita pertanto di costanti interventi di manutenzione per preservarne l’habitat da parte di chi vi opera e con il sostegno decisivo delle istituzioni, Regione in testa. Si tratta di un presidio sinergico, simbolizzato dal Centro integrato per la gestione della Sacca di Goro, che vede coinvolti allevatori, capitaneria, università e istituzioni, a tutela dell’ecosistema e dell’economia locale, ormai quasi interamente incentrata sulla produzione e sul commercio di vongole e cozze.
“Siamo in una realtà ambientale, economica e sociale di primaria importanza. È doveroso conoscerla in modo approfondito per intervenire in modo efficace” hanno spiegato le presidenti Serri e Rontini. Il biologo Edoardo Turolla ha sottolineato che l’allevamento delle vongole ha mitigato la crisi della pesca, generando addirittura nuova occupazione anche per l’indotto. Punti di forza della laguna ferrarese: il livello di organizzazione della marineria; l’elevata trofia (capacità nutritiva) delle acque; l’alta disponibilità di seme selvatico (novellame). Punti deboli: l’elevata trofia stessa delle acque che può causare moria di vongole per eccesso di produzione; il seme selvatico, inoltre, quando scarseggia, pregiudica la produzione di mitili.