(DIRE) Roma, 25 mag. – Pubblico o privato, gli italiani vogliono scegliere l’ospedale di fiducia. L’85% degli italiani giudica importante poter scegliere nel Servizio sanitario il professionista e la struttura di cui si fidano, senza distinguere tra pubblico o privato. Solo per il 15% non e’ importante. Per il 50% dei cittadini e’ molto importante perche’ la scelta di una persona o servizio di cui ci si fida facilita le cure. Per il 35% e’ importante perche’ la liberta’ di scelta e’ un valore in se’ anche in sanita’. Tra i contrari, il 9% vuole solo strutture pubbliche nel Servizio sanitario e appena il 6% pensa che gli ospedali pubblici siano sempre e comunque migliori.La liberta’ di scelta nel Servizio sanitario tra strutture pubbliche e strutture private accreditate e’ un valore condiviso trasversalmente nel territorio: dall’85% dei residenti al Nord-Ovest, l’87% al Nord-Est, l’82% al Centro e l’87% al Sud. È un riconoscimento sociale pieno e altamente condiviso del valore della libera scelta, che rende il pluralismo in sanita’ molto di piu’ che un semplice meccanismo di organizzazione dell’offerta. È quanto emerge da una ricerca del Censis realizzata in collaborazione con Aiop su ‘Il valore sociale dell’ospedalita’ privata nella sanita’ pluralista’. Cosi’ in un comunicato il Censis.
Troppi tagli agli ospedali hanno fatto male agli italiani. Gli ospedali italiani sono stati tagliati drasticamente. Tra il 2008 e il 2016 il tasso di ospedalizzazione e’ crollato da 192,8 a 140,9 per 1.000 abitanti, i ricoveri sono diminuiti del 25,6%, e tra il 2011 e il 2015 le giornate di degenza si sono ridotte del 10%. Esito della normativa che ha imposto 2,7 posti letto ospedalieri per 1.000 abitanti, quando la media dei Paesi europei e’ di 4 posti letto per 1.000 abitanti. L’ospedale e’ stato l’epicentro di tagli lineari in nome di una sanita’ di territorio che non e’ mai decollata. Cosi’ oggi esiste un gap tra fabbisogni ospedalieri e offerta di posti letto. Intanto l’ospedalita’ privata ha comunque saputo fare di piu’ con meno, perche’ assorbe il 13,6% della spesa pubblica ospedaliera, erogando il 28,3% delle prestazioni in termini di giornate di degenza. Anche la politica dice si’ alla sanita’ mista pubblico-privato, ma le differenze territoriali restano ampie. Solo il 3% dei consiglieri regionali italiani interpellati dal Censis vorrebbe mettere al bando per legge la sanita’ privata accreditata nel Servizio sanitario nazionale. La maggioranza (il 63%) e’ invece molto favorevole al ruolo del privato accreditato, mentre il restante 34% vorrebbe dirottare le risorse preferibilmente verso le sole strutture pubbliche. Complessivamente, e’ positivo il giudizio sulla devolution sanitaria: il 62% dei consiglieri regionali e’ convinto che sia stata vantaggiosa. (Al Nord il giudizio positivo sale all’80% dei consiglieri regionali, mentre al Centro (il 47% da’ un giudizio positivo, il 53% negativo) e al Sud (il 28% positivo, il 72% negativo) prevale lo scetticismo. Per il 32% dei consiglieri regionali la devolution ha creato una sanita’ piu’ vicina ai bisogni dei cittadini, per il 30% ha il merito di aver fatto emergere le diverse performance regionali. Per contenere o ridurre le differenze tra le Regioni, il 56% dei consiglieri regionali vorrebbe premiare quelle che funzionano meglio e penalizzare le altre, il 44% invece vorrebbe un fondo di perequazione a beneficio delle Regioni in difficolta’.
I consiglieri regionali del Nord (68%) e del Centro (60%) propendono maggiormente per un sistema di premi e penalita’, invece quelli del Sud (76%) vedono meglio un fondo di perequazione a favore delle Regioni in difficolta’. Anche la politica ha ormai chiaro che la promessa fatta dalla riforma sanitaria di garantire le cure ospedaliere a tutti gli italiani e’ stata mantenuta anche grazie ai posti letto e alle prestazioni messe in campo dalle strutture private accreditate. In questo consiste il valore sociale della ospedalita’ privata, per i cittadini e per il Servizio sanitario nazionale. Una sanita’ veramente pluralista e’ in grado di interpretare bisogni e aspettative di cittadini sempre piu’ informati, consapevoli, evoluti, attenti alla qualita’ delle prestazioni, alla ricerca di cure personalizzate e che vogliono esercitare la liberta’ di scelta, rivolgendosi alle strutture e ai medici di cui si fidano e che erogano prestazioni di qualita’ piu’ elevata.