Scoprire il tumore con un test del sangue. E’ il “sacro graal” dell’oncologia. Nonché la sfida che la società – battezzata non a caso “Grail” – finanziata anche dal fondatore di Microsoft, Bill Gates, e dall’ideatore e Ad di Amazon, Jeffrey P. Bezos, è chiamata a vincere in questo scorcio di terzo millennio. Nuovi dati sulla “biopsia liquida” allo studio nei suoi laboratori sono stati presentati al meeting annuale dell’Asco (American Society of Clinical Oncology), in corso a Chicago, da un team guidato da Eric Klein della Cleveland Clinic dell’Ohio.
Lo studio, condotto su 878 persone con nuova diagnosi di vari tipi di tumore e 749 controlli sani, ha dimostrato che l’analisi è in grado di rilevare tracce genetiche della malattia con “tassi di identificazione compresi tra il 56% e l’80% nelle fasi iniziali in pazienti con neoplasie ad alto tasso di mortalità, come i tumori a colon-retto, esofago, testa-collo, fegato, ovaio, pancreas, seno, linfoma e mieloma multiplo“, elenca Grail.
È stato inoltre rilevato un forte segnale biologico per il cancro del polmone, principale causa di morte per cancro a livello globale, e su questo i dati vengono presentati oggi al summit Usa.
Numeri che suscitano l’interesse della comunità scientifica ma con inviti alla cautela: “Nonostante i risultati dello studio non pubblicato presentato al Congresso dell’Asco – precisa Cancer Research Uk, charity fra le principali del settore – il ‘sacro graal’ della lotta al cancro è ancora lontano.
“Si tratta di una prospettiva importante ma va detto che tale approccio è ancora materia di ricerca e di studio e ci vorrà del tempo prima di arrivare a risultati definiti” è il commento di Francesco Cognetti, direttore dell’Unità di Oncologia all’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma. Dunque, conclude, “bisogna spiegare alle persone che ad oggi un test del sangue che ‘predice’ i tumori non è ancora disponibile, anche se la ricerca va avanti e, come dimostra lo studio Usa presentato al Congresso Asco, si stanno iniziando ad ottenere primi, promettenti risultati”.
Il test è stato utilizzato su pazienti che erano già stati diagnosticati, non ha ‘stanato’ ogni tumore ed è stato in grado di scoprirne alcuni tipi più che altri. Studi più ampi sono ora necessari per capire se questo esame può svelare un cancro prima che una persona ne sviluppi i sintomi e aiutare a salvare vite”.