Uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, coordinati dal prof. Mario Ventura, e da diversi centri di ricerca americani, ha individuato le sequenze genomiche che possono dare indicazioni di ciò che ci ha resi umani.
La ricerca, pubblicata in questo mese dalla prestigiosa rivista Science, ha individuato molte nuove ed entusiasmanti differenze tra il DNA dell’uomo e quello dei primati, molte di più di quelle finora conosciute.
Sono stati rinvenuti, infatti, circa 18.000 frammenti di DNA che rendono l’uomo diverso dallo scimpanzé, molti dei quali contengono geni o ne alterano le regioni regolatorie. Molti dei geni scoperti, sono espressi specificatamente durante lo sviluppo del cervello umano (glia corticale radiale e neuroni corticali eccitatori) e per tale motivo rappresentano gli elementi candidati a spiegarne l’enorme complessità: un importante passo avanti nello studio della straordinaria tipicità e complessità dell’essere umano.