Bisogna aumentare l’offerta di test e terapie ad hoc, per eliminare l’epatite virale come minaccia per la salute pubblica entro il 2030. E’ l’invito rivolto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in occasione del World Hepatitis Day 2018, che si celebra domani, sul tema “Test.Treat.Hepatitis“. “Abbiamo una visione chiara per l’eliminazione e abbiamo gli strumenti per riuscirci – ha detto il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus – Ma dobbiamo accelerare i progressi per raggiungere il nostro obiettivo di eliminare l’epatite entro il 2030″.
I numeri di queste malattie sono comunque ancora importanti: le epatiti virali B e C colpiscono 325 milioni di persone in tutto il mondo. Se non trattate, queste infezioni portano al cancro del fegato e alla cirrosi, che insieme hanno causato oltre 1,3 milioni di morti nel solo 2015.
A livello mondiale, meno del 20% delle persone aveva accesso a test e trattamento delle infezioni da epatite B e C alla fine del 2016. Per celebrare la Giornata mondiale dell’epatite 2018, l’Oms sta organizzando diversi eventi con il governo della Mongolia, Paese pesantemente colpito dall’epatite: oltre il 10% dei 3 milioni di abitanti della Mongolia vive con un’infezione cronica.
Il Paese ha avviato il suo programma nazionale per un fegato sano nel 2017, con obiettivi ambiziosi per il 2020. “Nel primo anno siamo stati in grado di raggiungere più di 350.000 persone con test dell’epatite”, ha detto Davaajantsan Sarangerel, ministro della Sanità, in Mongolia. “Oltre il 70% delle persone con diagnosi di epatite è stato sottoposto a un trattamento salva-vita”.
In vista del World Hepatitis Day, l’Istituto Superiore di Sanità dedica al tema uno speciale sul proprio sito Epicentro che, per l’occasione, si è avvalso della collaborazione del desk italiano di Unric, Ufficio di informazione Onu per l’Europa occidentale, con sede a Bruxelles. Il 28 luglio, ricordano dall’Iss, è una data scelta in onore di Baruch Blumberg, nato nel 1925 proprio in questo giorno e e scomparso nel 2011, premio Nobel nel 1975 per aver scoperto il virus dell’epatite B e aver sviluppato il primo vaccino. In Italia, dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, tutte le epatiti, in particolare le epatiti B e C, hanno subito una generale riduzione della frequenza. Secondo le ultime analisi condotte dal Center Disease Analysis (Usa) “siamo tra i 12 paesi diretti positivamente verso il traguardo più ambizioso, fissato dall’Oms per il 2030, ovvero l’eliminazione radicale dell’infezione da Hcv”, scrive l’Iss. Questo è stato possibile grazie all’impegno nello studio, nella prevenzione e alla disponibilità di terapie efficaci e ben tollerate. Basti pensare che dal 2017 è possibile l’accesso al trattamento universale dell’infezione cronica da Hcv. La giornata del 28 luglio è, quindi, dedicata alla diffusione delle informazioni sull’attività scientifica per combattere le epatiti, malattie che sono costantemente studiate e monitorate.