Tra le varie ipotesi fiscali già pubblicizzate dal governo giallo verde, come pace fiscale e flat tax, dal cantiere della legge di Bilancio emergono, in questi giorni, ulteriori indiscrezioni sul reddito delle persone fisiche e sul reddito delle società.
Per quanto riguarda le persone fisiche sembra che si voglia abbassare di un punto percentuale l’aliquota del primo scaglione di reddito: si passerebbe quindi dal 23% al 22% per redditi fino a 15.000 euro. Sostanzialmente si avrebbe un risparmio di 150 euro per tutti i soggetti sottoposti a tassazione Irpef fatta eccezione ovviamente per coloro i quali ricadono nella cosiddetta no tax area, i quali continuerebbero a non essere sottoposti ad alcuna tassazione.
Rispetto alle prime indiscrezioni di corridoio emerse sulla flat tax, ad oggi sembrano essere cambiati i limiti di reddito e le modalità con cui la stessa potrebbe essere applicata. Se prima si era parlato di reddito familiare adesso, sicuramente per ragioni di copertura ma anche per ragioni inerenti alle tempistiche ristrette, si parla esclusivamente di redditi di impresa e professionisti. Ultimamente si parla infatti più frequentemente di un regime forfettario più esteso rispetto a quello attualmente vigente in cui verrebbe comunque mantenuta la tassazione al 5% per le start up. Le soglie reddituali di cui si parlava precedentemente si sono trasformate in scaglioni progressivi e in particolare si parla di:
1) primo scaglione per redditi fino a 65.000 e aliquota pari al 15%,
2) secondo scaglione per la parte di reddito compresa tra 65.001 euro e 100.000 euro con aliquota pari al 20%.
Cerchiamo di chiarire con un esempio
Su un reddito di 65.000 euro l’imposta verrà così calcolata (65.000 x 15%) = 9.750 €
Su un reddito di 95.000 euro invece, l’imposta sarà pari a (65.000 x 15%) + [(95.000 – 65.000) x 20%] = 9.750 + [30.000 x 20%] = 15.750 €.
Tra le novità previste vi sarà probabilmente anche l’ampliamento della platea in quanto potranno beneficiare del nuovo regime anche le Sas, le Snc e le Srl che hanno aderito alla tassazione per trasparenza.
In sostanza sembra che si stia cercando di mantenere il principio di progressività su cui si era basata fino ad ora l’imposizione in capo alle persone fisiche facendo però una grande distinzione tra la tassazione sui redditi da lavoro dipendente o a questi assimilati e i redditi provenienti dall’esercizio di impresa arti o professioni.
Per quanto riguarda invece l’imposta sul reddito delle società sembra che si stia vagliando un maxi sconto sull’aliquota di 9 punti percentuali. Tale riduzione dovrebbe essere applicata esclusivamente sulla parte di utili che l’imprenditore destina a nuovi investimenti, per sostenere l’occupazione o per nuove assunzioni. Sulla parte di utili reinvestiti si applicherebbe quindi un’aliquota del 15% mentre la restante parte sarebbe sottoposta a tassazione ordinaria del 24%; Si verrebbe a verificare una sorta di iper ammortamento in pianta stabile, così come “definito” da alcune testate giornalistiche.