Vaccini, l’oracolo delle Sibille

Nel 2013 su Epicentro, il portale dell’Istituto Superiore di Sanità, è stata pubblicata una ricerca, curata da un team di ricercatori dell’ospedale Sacco- università degli Studi di Milano, sull’encefalomielite acuta disseminata (Adem) e sui dati presenti, al riguardo, nei sistemi di report degli eventi avversi da vaccini. Rispetto ai risultati di tale studio, in cui pure si evidenziava la presenza di circa 400 episodi gravi (in cui veniva registrata la patologia del sistema nervoso), c’è stata una parziale quanto camaleontica ritrattazione, da parte degli stessi autori, dovuta, udite udite, ad un…errore di stampa. Errore, aggiungiamo noi, che nulla aggiungeva (o stravolgeva), nella sostanza, al “taglio” ed alle conclusioni della ricerca stessa. A tal riguardo, pubblichiamo quanto segue:

Il gioco delle false ritrattazioni. Come è noto, nell’antichità le figure sacerdotali femminili erano chiamate Sibille, sacerdotesse e vestali dei templi o dei luoghi di culto delle divinità. Alcune di queste erano anche note perché ritenute capaci di predire il futuro in appositi luoghi detti oracoli. Tra le più note c’era quella di Cuma che nel celebre antro dei Campi Flegrei faceva predizioni utilizzando un ingegnoso stratagemma: quello di spostare una virgola per cambiare il senso del vaticinio, ponendo se stessa al riparo dalle future contestazioni, qualora la previsione non si fosse avverata.

Lo stesso stratagemma è stato utilizzato nel dicembre del 2013 per minimizzare i risultati di una ricerca pubblicata sul portale dell’Istituto Superiore di Sanità il 16 ottobre del 2013, riguardante gli eventi avversi provocati da taluni vaccini (influenza, morbillo, difterite, pertosse e tetano). Lo studio è stato già oggetto di “discussione” sulle colonne de “Il Tempo” lo scorso 7 gennaio e come  i lettori ricorderanno, trattava di una ricerca che stabiliva un preciso nesso di causalità tra i citati vaccini ed una malattia molto grave, chiamata ADEM che è l’acronimo per definire l’Encefalomielite Acuta e Disseminata in adulti e bambini.

In pratica, i database avevano rilevato oltre 400 casi (non tutti fatali) di questa malattia tra Usa ed Europa. A quanto emerso, alcuni casi di tale patologia erano stati evidenziati nei bambini non vaccinati, mentre in quelli vaccinati l’Encefalite insorgeva anche in età più adulta come diretta causa delle vaccinazioni.

Questo studio, fatto con soldi pubblici, era stato pubblicato su Epicentro, il portale di epidemiologia del maggiore Istituto di ricerca sanitaria italiano, previa revisione da parte di altri scienziati neutrali, così come impone la prassi scientifica. Tuttavia stranamente nessun seguito gli era stato dato in termini di azioni sanitarie o di ulteriori ricerche. L’inerzia fu giustificata sulla base di una singolare, quanto camaleontica, parziale ritrattazione degli stessi autori due mesi dopo (nel dicembre del 2013).

Il diavolo, è risaputo, fa bene le pentole ma non i coperchi ed anche in questo caso si puntò a minimizzare gli esiti pur gravi del report, invocando un discutibile refuso tipografico, un “non” che ci si era dimenticati di inserire nelle deduzioni finali del lavoro. Un “non” che, a voler dar retta agli editori, avrebbe addirittura stravolto la sostanza delle cose. Sempre giusto, per carità, correggere i refusi! Eppure in questo caso l’editore avrebbe potuto dormire sonni tranquilli. Il significato della frase era infatti piuttosto oscuro e la correzione nulla aggiungeva o toglieva, all’importanza dell’elaborato. Ecco comunque come suonava (e come e suona) il periodo emendato: “(…) la tendenza decrescente nelle segnalazioni di ADEM post vaccino (…) NON è molto probabilmente dovuta a un calo della copertura vaccinale indicativo di una ridotta attenzione a questa reazione avversa al farmaco“. Ora, con o senza quel “non“, è veramente difficile credere che la diminuzione di una copertura per i vaccini menzionati nello studio (Difterite, Pertosse, Tetano, Polio e Haemophilus Influentiae di tipo B e papilloma umano) possa dipendere dal fatto che i possibili consumatori diano scarsa rilevanza ad una reazione avversa, come, appunto, può essere l’ADEM! Semmai vale il contrario: avere paura di una grave reazione dovrebbe dissuadere dal vaccinarsi mentre, di conseguenza, il “non” temerla dovrebbe portare più facilmente a farsi vaccinare. In ogni caso, tale frase va letta con quella che immediatamente la precede laddove, a proposito di Encefalomielite, si afferma che la  patologia può insorgere a _qualsiasi età_, anche _dopo la vaccinazione_. Si, avete letto bene. I casi in età adulta sono stati ravvisati. Saranno pure pochi e non tutti mortali, per carità, ma ci sono e sarebbero correlati proprio alla vaccinazione. E’ questo quello che conta. Pensate sia finita qui? Macché, c’è dell’altro. Quel “non” che cambia tutte le cose, è stato infatti aggiunto solo all’abstract (il riassunto) che accompagna l’intera mole dei documenti descrittivi della ricerca (e delle negative conclusione alle quali essa è giunta). In soldoni, l’analisi è rimasta identica nei suoi capisaldi scientifici, dati ed osservazioni, a quella pubblicata sul sito dell’ISS. Eppure, si sosteneva, proprio grazie a quel “clamoroso” refuso tipografico che richiama alla mente i giochetti della Sibilla Cumana, le conclusioni venivano addirittura…sovvertite!! Sarà. Resta il punto di domanda: se lo studio è rimasto intonso, allora perché la correzione è stata fatta? E soprattutto perché solo nell’abstract, che in molti, spesso, leggono scordandosi del resto della ricerca?

Ancora. Fermo restante il numero dei casi clinici (poco più di 400) rilevati dai database su una popolazione di milioni di persone e la correlazione tra questi ed i vaccini, gli autori ritenevano, comunque, la situazione riscontrata non grave vista l’enorme numero di persone coinvolte (circa un miliardo) nella ricerca. A proposito del report pubblicato sul sito dell’ISS, francamente ignoro cosa abbia indotto scienziati e clinici seri a questa risibile ritrattazione. Quel che purtroppo emerge è che, ancora una volta, il porto delle nebbie, delle grossolane menzogne, dei dati taroccati, delle notizie edulcorate e ridimensionate intorno alla sicurezza della pratica vaccinale, lascia perplessi. Diciamocela tutta, fuor di metafora: qui non è questione di statistica e di significatività, qui non si tratta di scegliere tra le decine di milioni di morti provocati dalla Spagnola, tra il 1918 ed il 1920, e qualche migliaia di complicanze gravi e/o mortali da farmaco. Ma chi può dire se lo “zerovirgola” sia grave oppure non lo è? Chi può dire che 400 casi avversi da vaccini su un miliardo di persone coinvolte, siano “tanti o pochi”? E come si può pretendere da chi perde un figlio o se lo trova menomato, di capire a fondo la “significatività statistica” delle reazioni avverse? Senza girarci troppo attorno, il fatto è che nel nostro Paese la pratica vaccinale non è stata indotta da contingenze epidemiche ma imposta dallo Stato con un obbligo, pur in mancanza di un reale e concreto rischio pandemico. Ancora una volta le istituzioni sanitarie preferiscono non intervenire, non approfondendo gli “eventi gravi” e accontentandosi di rifugiarsi nel corner di una sciatta quanto ingiustificata furbizia scientifica. E neanche si premuniscono di tirar fuori dal cassetto (ammesso che le abbiano) quelle analisi pubbliche in grado di attestare, una volta e per tutte, cosa realmente c’è nei vaccini. Altro che antro oscuro della Sibilla!! Qui è molto peggio…

 

Vincenzo D’Anna

Presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi