Sono passati sei mesi dall’approvazione da parte dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) delle prime terapie a base di cellule CAR-T, ma l’iter burocratico che avrebbe dovuto portarle alla commercializzazione non è ancora concluso. Nel frattempo chi potrebbe beneficiarne non ha molte possibilità di scelta, e nemmeno il tempo di aspettare. Tanto che alcuni pazienti si sono rivolti al crowfunding sperando di poter raccogliere i fondi necessari per tentare la delicata e costosa terapia altrove, lì dove già è disponibile da tempo, come negli Usa.
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