Sanità. D’Anna: professioni unite più forti, no squilibrio tra Regioni (Dire)

SANITÀ. D’ANNA: PROFESSIONI UNITE PIÙ FORTI, NO SQUILIBRIO TRA REGIONI (DIRE) Roma, 23 feb. – “Va dato finalmente atto a tutte le PROFESSIONI sanitarie di aver capito che l’unione fa la forza, perche’ mentre la sanita’ ci unisce la politica ci divide. Auspico che da oggi in poi si mantenga un patto di consultazione permanente e si facciano delle proposte di legge per riportare i professionisti all’interno della gestione delle Asl e dei grandi ospedali, perche’ oggi la gestione avviene secondo criteri che non hanno finalita’ solo sanitarie ma anche politiche”. Lo ha detto Vincenzo D’Anna, presidente dell’Ordine dei Biologi, a margine dei lavori della prima riunione delle Federazioni e degli Ordini Nazionali delle PROFESSIONI sanitarie e sociali, in corso al Teatro Argentina di Roma. In merito alle notizie d’attualita’, per D’Anna “bisogna ripartire meglio il fondo, basti pensare alla differenza di ricchezza tra Calabria e Lombardia: ci sono Regioni sproporzionate, o lo Stato recupera con il fondo sanitario e da’ qualcosa di piu’ alla Calabria e qualcosa di meno alla Lombardia o prima o poi i calabresi saranno costretti ad andare al Nord per farsi curare. Se si accentua ulteriormente questa transumanza di prestazioni sanitarie con l’autonomia rafforzata, si incrementa ancora di piu’ questa sperequazione e si aggrava il disequilibrio tra il Nord e il Sud del Paese”. (Mgn/ Dire) 13:19 23-02-19 NNNN

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Rassegna stampa della giornata

Ansa

Manifesto federazioni sanita’, autonomia non ostacoli cure

ZCZC2159/SXA XSP55733_SXA_QBXB R CRO S0A QBXB Manifesto federazioni sanita’, autonomia non ostacoli cure Un milione e mezzo professionisti, fare analisi rischi-benefici (ANSA)- ROMA, 23 FEB – “Le autonomie locali devono essere uno strumento che facilita l’erogazione dell’assistenza e non un ostacolo per l’universalita? e l’equita? dell’Ssn”. Questo l’appello che arriva da un Manifesto elaborato per la prima assemblea nazionale delle professioni sanitarie e sociali a Roma, che riunisce i rappresentanti di 10 Federazioni: da quella nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi)a quella degli Ordini dei medici chirurghi e degli e odontoiatri (Fnomceo), passando per la Federazione Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione (Fno Tsrm-Pstrp) e quella degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi). Quasi un milione e mezzo i professionisti rappresentati. Il Manifesto delinea una sanita’ che sia universalistica e uguale per tutti, contrastando le disuguaglianze tra Regioni con un Piano nazionale e pensando per l’autonomia differenziata a un’analisi rischi/benefici per misurarne l’impatto anche sulla tenuta dei servizi sanitari regionali. Tra le richieste, messe sul tavolo di Governo e Regioni, intensificare la collaborazione con i professionisti, adottare iniziative per parametrare il fabbisogno regionale anche in base alle carenze infrastrutturali, alle condizioni demografiche e a quelle di poverta’ sociale e scongiurare il rischio che sia pregiudicato il carattere nazionale dell’Ssn. Viene chiesta anche l’attivazione di un tavolo di lavoro permanente di confronto sulle politiche sanitarie. “Il Ssn dopo 40 anni – evidenzia il presidente Fnomceo Filippo Anelli – rappresenta uno strumento in grado di garantire elevati livelli di tutela della salute. Vi sono ambiti di miglioramento rispetto ai quali occorrono interventi efficaci e per questo e’ necessaria una riforma che possa restituire fiducia agli operatori sanitari”. “L’infermiere – aggiunge la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli – e’ il piu’ vicino al paziente che segue in ricovero e a domicilio. Ma non allo stesso modo in tutte le Regioni. L’Italia si deve uniformare”. (ANSA). Y09-BR 23-FEB-19 12:54 NNNN

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AdnKronos

SANITA’: MANIFESTO DI 31 ORDINI, REGIONALISMO SOLIDALE PER GARANTIRE EQUITA’

Sei richieste al Governo e alle Regioni Roma, 23 feb. (AdnKronos Salute) – Regionalismo solidale per dare piena attuazione all’articolo 3 della Costituzione, che promuove l’uguaglianza dei cittadini e la solidarietà tra le Regioni così come previsto dall’art. 119 della Costituzione. E centralità nell’agenda politica di Governo e Regioni per la tutela e l’unitarietà del Servizio sanitario nazionale. “Le autonomie locali devono essere uno strumento che facilita l’erogazione dell’assistenza e non un ostacolo per l’universalità e l’equità del Ssn”. Insomma: unità, solidarietà e universalità, punti fondanti del Sistema sanitario nazionale, sono il punto fermo del ‘Manifesto’ che le professioni sanitarie e sociali -  rappresentate da 31 Ordini e riunite per la prima volta in assemblea a Roma – mettono sul tavolo di Governo, parlamento e Regioni. Con 6 precise richieste. Nel Manifesto, in sintesi, l’appello a: intensificare la collaborazione con le professioni sanitarie e sociali e i loro enti di riferimento perché il Ssn garantisca effettivamente e uniformemente i diritti costituzionalmente tutelati dei cittadini; rispetto per i principi costituzionali di uguaglianza, solidarietà, universalismo ed equità alla base del Servizio sanitario e conferma del carattere nazionale; elaborazione di un’analisi rischi/benefici delle proposte di autonomia differenziata presentate dalle Regioni per misurarne l’impatto sulla finanza pubblica e sulla tenuta di tutti i servizi sanitari regionali. E ancora: adottare iniziative per determinare il fabbisogno regionale standard anche in base alle carenze infrastrutturali, alle condizioni geomorfologiche e demografiche e alle condizioni di povertà sociale; garantire il superamento delle differenze tra i diversi sistemi sanitari regionali anche attraverso la definizione e lo sviluppo di un Piano nazionale di azione per il contrasto alle diseguaglianze; scongiurare il rischio che sia pregiudicato il carattere nazionale del nostro Servizio sanitario. “Il Governo deve porre al centro dell’agenda politica il tema della tutela e unitarietà del Servizio sanitario nazionale – hanno affermato unanimi i presidenti delle 10 Federazione (31 professioni) presenti – e sollecitare le Regioni al rispetto dell’art. 2 della Costituzione che ricorda alle Istituzioni i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale su cui deve fondarsi la vita del Paese, dell’art. 3 (eguaglianza dei cittadini) e dell’art. 32 della Costituzione (tutela della salute)”. Le professioni della salute chiedono alcuni impegni precisi a Governo e Regioni: l’attivazione di un tavolo di lavoro permanente dove potersi regolarmente confrontare sulle politiche sanitarie, anche con la partecipazione dei rappresentanti dei cittadini; la sottoscrizione con tutte le professioni sanitarie e sociali e l’attivazione in tutte le Regioni e secondo schemi omogenei condivisi dei recenti protocolli voluti dalle Regioni per instaurare un rapporto diretto con i professionisti e garantire un servizio sanitario universalistico e omogeneo; che i cittadini si facciano parte attiva ponendo con iniziative per garantire tutti gli aspetti sottolineati nel manifesto. (Red/AdnKronos Salute) ISSN 2465 – 1222 23-FEB-19 13:01 NNNN

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Dire

SANITÀ. A ROMA PRIMA ASSEMBLEA NAZIONALE UNITARIA PROFESSIONI SOCIOSANITARIE/FT MANIFESTO CON RICHIESTE A GOVERNO: SSN SIA UNIVERSALISTICO ED EQUO (DIRE) Roma, 23 feb. – Sei richieste al Governo e alle Regioni: intensificare la collaborazione con le PROFESSIONI sanitarie e sociali e i loro enti esponenziali perche’ il Ssn garantisca effettivamente e uniformemente i diritti costituzionalmente tutelati dei cittadini; rispettare i principi costituzionali di uguaglianza, solidarieta’, universalismo ed equita’ alla base del Servizio sanitario e confermarne il carattere nazionale; elaborare un’analisi rischi-benefici delle proposte di autonomia differenziata presentate dalle Regioni per misurarne l’impatto sulla finanza pubblica e sulla tenuta di tutti i servizi sanitari regionali; adottare iniziative per parametrare il fabbisogno regionale standard anche in base alle carenze infrastrutturali, alle condizioni geomorfologiche e demografiche e alle condizioni di deprivazione e di poverta’ sociale; garantire il superamento delle differenze tra i diversi sistemi sanitari regionali anche mediante la definizione e implementazione di un Piano Nazionale di Azione per il contrasto alle diseguaglianze; scongiurare il rischio che sia pregiudicato il carattere nazionale del nostro Servizio sanitario. Questi i principali contenuti del Manifesto che le PROFESSIONI sanitarie e sociali, riunite per la prima volta stamattina in assemblea a Roma, in un partecipato evento al Teatro Argentina, mettono sul tavolo di Governo, parlamento e Regioni. Presenti i rappresentanti di 10 federazioni, per un totale di 30 PROFESSIONI: Fnopi – Federazione Nazionale Ordini PROFESSIONI Infermieristiche, Fnomceo – Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, FNOTSMR-PSTRP – Federazione nazionale Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica, delle PROFESSIONI sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, Cnop – Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, Fofi – Federazione Ordini Farmacisti Italiani, Onb – Ordine Nazionale dei Biologi, Fnovi – Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, Fnopo – Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica, Fncf – Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici, Cnoas – Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali. “Il Governo deve porre al centro dell’agenda politica il tema della tutela e unitarieta’ del Servizio sanitario nazionale – hanno affermato unanimi i presidenti delle 10 federazioni- e sollecitare le Regioni al rispetto dell’art. 2 della Costituzione che ricorda alle Istituzioni i doveri inderogabili di solidarieta’ politica, economica e sociale su cui deve fondarsi la vita del Paese, dell’art. 3 (eguaglianza dei cittadini) e dell’art. 32 della Costituzione (tutela della salute)”. Le PROFESSIONI della salute chiedono alcuni impegni precisi a Governo e Regioni: l’attivazione di un tavolo di lavoro permanente dove potersi regolarmente confrontare sulle politiche sanitarie, anche con la partecipazione dei rappresentanti dei cittadini; la sottoscrizione con tutte le PROFESSIONI sanitarie e sociali e l’attivazione in tutte le Regioni e secondo schemi omogenei condivisi dei recenti protocolli voluti dalle Regioni per instaurare un rapporto diretto con i professionisti e garantire un servizio sanitario universalistico e omogeneo; che i cittadini si facciano parte attiva ponendo con iniziative per garantire tutti gli aspetti sottolineati nel manifesto. (Mgn/ Dire) 14:07 23-02-19 NNNN

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Agi

Autonomia: professioni sanitarie a Governo, salvare Ssn nazionale

Autonomia: professioni sanitarie a Governo, salvare Ssn nazionale = (AGI) – Roma, 23 feb. – Sei richieste al Governo e alle Regioni: intensificare la collaborazione con le professioni sanitarie e sociali e i loro enti esponenziali perche’ l’Ssn garantisca effettivamente e uniformemente i diritti costituzionalmente tutelati dei cittadini; rispettati i principi costituzionali di uguaglianza, solidarieta’, universalismo ed equita’ alla base del Servizio sanitario e ne confermano il carattere nazionale; elaborare un’analisi rischi/benefici delle proposte di autonomia differenziata presentate dalle Regioni per misurarne l’impatto sulla finanza pubblica e sulla tenuta di tutti i servizi sanitari regionali; adottare iniziative per parametrare il fabbisogno regionale standard anche in base alle carenze infrastrutturali, alle condizioni geomorfologiche e demografiche e alle condizioni di deprivazione e di poverta’ sociale; garantire il superamento delle differenze tra i diversi sistemi sanitari regionali anche mediante la definizione e implementazione di un Piano Nazionale di Azione per il contrasto alle diseguaglianze; scongiurare il rischio che sia pregiudicato il carattere nazionale del nostro Servizio sanitario. Questi i principali contenuti del Manifesto che le professioni sanitarie e sociali, riunite per la prima volta in assemblea a Roma, mettono sul tavolo di Governo, parlamento e Regioni. “Il Governo deve porre al centro dell’agenda politica il tema della tutela e unitarieta’ del Servizio sanitario nazionale – hanno affermato unanimi i presidenti delle 10 Federazione (30 professioni) presenti – e sollecitare le Regioni al rispetto dell’art. 2 della Costituzione che ricorda alle Istituzioni i doveri inderogabili di solidarieta’ politica, economica e sociale su cui deve fondarsi la vita del Paese, dell’art. 3 (eguaglianza dei cittadini) e dell’art. 32 della Costituzione (tutela della salute)”. Le professioni della salute chiedono alcuni impegni precisi a Governo e Regioni: l’attivazione di un tavolo di lavoro permanente dove potersi regolarmente confrontare sulle politiche sanitarie, anche con la partecipazione dei rappresentanti dei cittadini; la sottoscrizione con tutte le professioni sanitarie e sociali e l’attivazione in tutte le Regioni e secondo schemi omogenei condivisi dei recenti protocolli voluti dalle Regioni per instaurare un rapporto diretto con i professionisti e garantire un servizio sanitario universalistico e omogeneo; che i cittadini si facciano parte attiva ponendo con iniziative per garantire tutti gli aspetti sottolineati nel manifesto. “Occorre mettere in primo piano – ha detto il presidente Fnomceo Filippo Anelli – gli obiettivi di salute tra i quali la prevenzione, favorire la partecipazione dei cittadini e mettere i professionisti nelle migliori condizioni di perseguirli. Il Ssn dopo 40 anni dalla sua istituzione rappresenta uno strumento in grado di garantire a tutti i cittadini elevati livelli di tutela della salute individuale e pubblica, con indicatori di salute tra i migliori al mondo. Vi sono, certamente, ambiti di miglioramento evidenti e rispetto ai quali occorrono interventi efficaci, economici e strutturali, per scongiurare la sua compromissione e per questo e’ necessaria una riforma che possa restituire fiducia agli operatori sanitari, riconoscendo loro maggiore responsabilita’ attraverso la definizione di un nuovo ruolo capace di garantire la salute dei cittadini e allo stesso tempo di farsi carico della sostenibilita’ del sistema”. “L’infermiere – ha detto la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli – e’ il piu’ vicino al paziente che segue 24 ore su 24 in ricovero e a domicilio. Ma non allo stesso modo in tutte le Regioni. Due dati per comprendere: il rapporto infermieri pazienti che studi internazionali indicano come ottimale per abbattere la mortalita’ del 20% e’ di 1:6. In Italia abbiamo Regioni che sono a 1:17 (la Campania ad esempio) e altre a 1:8 come il Friuli-Venezia Giulia. La carenza di infermieri, soprattutto sul territorio e quindi accanto ai piu’ fragili e bisognosi di assistenza continua e’ di circa 50-53mila unita’, ma ci sono Regioni dove i numeri sono a posto e Regioni dove l’assenza di organici e’ pesante e mette l’assistenza a rischio (in Campania sono circa il 48% in meno di quelli necessari, sono il 55% in meno in Calabria e il 56% in Sicilia). L’Italia si deve uniformare in questo, non dividere ulteriormente”. “Nonostante le buone performance del nostro Servizio sanitario nazionale – afferma Maria Vicario, presidente Fnopo -, vi sono certamente ambiti di miglioramento evidenti e rispetto ai quali occorrono interventi efficaci, di natura economica e strutturale, per scongiurare la sua compromissione. Sulla base dell’analisi dei dati programma nazionale esiti (PNE), e’ possibile rilevare – prosegue – come nascere in una Regione rispetto ad un’altra faccia la differenza in termini di esiti per la madre e il suo bambino. La Fnopo ritiene sia ancora molto il lavoro da fare per garantire maggiore equita’ di accesso a servizi di provata efficacia su tutto il territorio nazionale, a prescindere dall’area di residenza, oltre che un sostegno nell’organizzazione dei servizi di assistenza alla donna/coppia”. Un sistema equo – ha spiegato Gianmario Gazzi, presidente Cnoas – non si basa su risposte standard, parcellizzate e uguali per tutti e a tutte le latitudini. Chiediamo iniziative per parametrare il fabbisogno regionale standard anche in base alle carenze infrastrutturali, alle condizioni geomorfologiche e demografiche, nonche’ alle condizioni di deprivazione e di poverta’ sociale. Serve un Piano nazionale di azione per il contrasto alle diseguaglianze nell’accesso al diritto alla salute, per rilanciare la prevenzione e la promozione della salute e l’integrazione sociosanitaria, che ascolti la voce dei professionisti che vivono a contatto con le persone, nei territori, testimoni privilegiati delle vulnerabilita’ delle comunita’, ma anche delle potenzialita’ presenti”. (AGI) Pgi 231200 FEB 19 NNNN