C’è anche l’ex ministro socialista della salute Andreas Loverdos tra gli indagati in Grecia per lo scandalo Novartis, la mega inchiesta fatta in collaborazione con l’Fbi che sta scoperchiando un vero e proprio vaso di Pandora di tangenti e sovraprezzi di farmaci per l’erario ellenico. L’azione della procura greca anticorruzione ha portato alla rimozione dell’immunità di Loverdos che dovrà dare spiegazioni sulle quattro composizioni farmaceutiche (Gilenya, Tasigna di 150 mg e 200 mg e Lucentis) che costavano uno sproposito all’erario per decisione del suo Ministero della Salute. Per questo avrebbe intascato una mazzetta da 200mila euro. Le accuse contro Loverdos, incluse in un voluminoso fascicolo di 3000 pagine trasmesso al Parlamento, si basavano sulle affermazioni di quattro informatori, le cui identità rimangono segrete. Ad aggravare la sua posizione un appunto interno alla Novartis finito nelle mani dei magistrati che spiega l’intervento dell’allora ministro socialista sul farmaco Gilenya: “A tempo di record, è la prima volta che un prodotto registra l’approvazione del prezzo oltre la procedura standard”.
Ma i 200mila euro sarebbero solo la punta di un iceberg molto più vasto, dal momento che secondo l’attuale ministro della giustizia,Stavros Kontonis, Novartis avrebbe corrotto “migliaia” di medici e dipendenti pubblici per promuovere i suoi prodotti. Il fatto nuovo è che l’inchiesta tocca anche venti persone (tra giornalisti, manager, direttori delle Asl, medici e informatori scientifici) coinvolte direttamente dall’aprile 2011 al maggio 2012 nella creazione di fondi neri.
L’articolo completo su Il FattoQuotidiano.it