Uno studio internazionale guarda al genoma e ai biomarcatori per identificare in anticipo chi è più a rischio di sviluppare conseguenze gravi a lungo termine legate al trattamento. Sotto osservazione anche il sistema immunitario e i ritmi circadiani.
Gli effetti collaterali a lungo termine della radioterapia potrebbero dipendere anche dai geni, e persino dall’orario in cui il trattamento viene effettuato. Forse, nel caso del tumore al seno, dal ritmo circadiano di divisione delle cellule della pelle. A ipotizzarlo sono i ricercatori di un progetto internazionale – lo studio osservazionale Requite – che oggi presentano i loro ultimi risultati alla 38esima conferenza della European Society for Radiotherapy & Oncology (Estro), in corso a Milano.
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