“Un biologo in ogni Comune“. E’ un vero e proprio appello quello che il senatore Vincenzo D’Anna, presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi, ha lanciato alla ministra della Salute, Giulia Grillo ed alle commissioni parlamentari. Perché, ha spiegato all’agenzia Dire, ogni ente locale “si può trovare ad affrontare il ciclo dei rifiuti, il loro smaltimento, l’inquinamento ambientale, la valutazione di impatto ambientale, la questione delle mense e, quindi, l’igiene e la sicurezza degli alimenti”. Per D’Anna, intervistato a margine della presentazione della Summer School of Environmental toxicology 2019 di questa mattina, negli spazi dell’auditorium della Città metropolitana di Napoli, esistono “questioni che, dal piccolo al grande Comune, vanno affrontate. Avere una sentinella sul posto, che possa allertare e verificare, in loco, i danni e la pericolosità di certi contesti, significa poi passare ad un successivo step per produrre una bonifica vera e propria”.
“Di bonifiche – ha aggiunto il presidente dell’Onb – si è tanto parlato, ma non si è concretizzato alcunché poiché non si era ancora capito che cosa si dovesse bonificare e quali erano gli elementi da contrastare”.
“La scienza deve soccorrere il decisore politico, deve avvertire la popolazione sulla realtà e sulla concretezza dei rischi che corre” ha proseguito l’ex parlamentare, parlando di ecotossicologia. Secondo studiosi e ricercatori, ha rilanciato “l’inquinamento è più fine e più diffuso, è fatto da metalli pesanti, da diossina, da polveri sottili, e viene fortemente incrementato dai roghi tossici”. “Un rogo di grandi dimensioni – ha quindi sottolineato D’Anna – produce un inquinamento che equivale ad un anno di quello prodotto dal termovalorizzatore di Acerra: questo la dice lunga anche sulla necessità di andare a fare questi impianti”. Su questo terreno “la politica si scontra con la resistenza delle popolazioni che, per decenni, sono state allarmate sulla presenza di questi termovalorizzatori. Impianti che nel resto d’Italia, d’Europa e del mondo vengono posizionati nelle città. In Svezia sui loro tetti ricavano piste da sci” ha concluso.