Roma, 12 giu. 2019 (Agonb) – Oggi si celebra la Giornata mondiale contro il lavoro minorile. Save the Children comunica dati allarmanti. Sono, infatti, 152 milioni i minori tra i 5 e i 17 anni vittime dello sfruttamento lavorativo. In pratica, 1 minore su 10. Di questi, la metà (73 milioni) ha a che fare con lavori duri e pericolosi, che ne mettono a grave rischio la salute e la sicurezza, con gravi ripercussioni anche dal punto di vista psicologico. Il 70% lavora in agricoltura. Il 29%, nei settori dei servizi o dell’industria, comprese le miniere.
Questa piaga riguarda anche l’Italia dove, negli ultimi due anni, sono stati accertati 480 casi di illeciti riguardanti l’occupazione irregolare di bambini e adolescenti, sia italiani che stranieri, di cui più di 210 nei servizi di alloggio e ristorazione, 70 nel commercio all’ingrosso o al dettaglio, più di 60 in attività manifatturiere e oltre 40 in agricoltura. Un numero, precisa Save the Children, senza dubbio sottostimato a causa della mancanza, nel nostro Paese, di una rilevazione sistematica in grado di definire i contorni del fenomeno. Basti pensare che secondo l’ultima indagine sul lavoro minorile in Italia, diffusa da Save the Children e Associazione Bruno Trentin nel 2013, i minori tra i 7 e i 15 anni coinvolti nel fenomeno erano stimati in 260.000, più di 1 su 20 tra i bambini e gli adolescenti della loro età.
Fortunatamente negli ultimi 20 anni sono stati fatti passi avanti per contrastare questo fenomeno nel mondo. Nel 2000, infatti, il lavoro minorile coinvolgeva 246 milioni di bambine e bambini, 94 milioni in più rispetto alla situazione attuale.
In Asia centrale ed Europa orientale i progressi maggiori, con l’Uzbekistan che ha tagliato il tasso di lavoro minorile del 92% e l’Albania (dove oggi è vittima di lavoro minorile il 5% dei minori) del 79%. Restando in Asia, anche Cambogia e Vietnam si segnalano per aver ridotto nettamente, rispetto a 20 anni fa, il numero di minori coinvolti nel fenomeno, rispettivamente con una riduzione del 78 e del 67 percento. Volgendo infine lo sguardo all’area del Sud America e dei Caraibi, dove attualmente oggi più di 1 bambino su 10 è coinvolto nel lavoro minorile, notevoli progressi sono stati compiuti in particolare dal Brasile che ha ridotto dell’80% rispetto al 2000 il tasso di lavoro minorile relativo alla fascia di età 5-14 anni, sebbene nel Paese oggi vi siano ancora 1 milione di minori costretti a lavorare. Decisi passi in avanti compiuti anche in Messico, dove il tasso (per la fascia di età 5-14 anni) si è ridotto dell’80% rispetto a vent’anni fa, passando dal 24% al 5%, con oltre 3 milioni di bambini tuttavia ancora intrappolati nella piaga del lavoro minorile. (Agonb) Ffr 09:30.