Vongole veraci bio “made in Italy”? Da oggi si può. Grazie alle nuove disposizioni del governo, sarà possibile produrre, commercializzare ed acquistare i celebri frutti di mare anche nel nostro Paese. Finora, infatti, in virtù di una disposizione che equiparava la produzione bio di vongole ad altri molluschi, erano impediti gli allevamenti a distanze inferiori ai 150 metri l’uno dell’altro. Risultato: le produzioni, in larga parte disseminate tra l’Emilia Romagna e il Veneto, a distanze minori o l’una a ridosso dell’altra – come, ad esempio, nella “sacca” di Goro, cittadina del Ferrarese, famosa proprio per la molluschi-coltura (habitat ricco di nutrienti marini che creano microalghe, alimento ottimo per la vita dei molluschi) – erano diventate irrealizzabili. Ora, il decreto pubblicato in Gazzetta lo scorso 10 giugno, ha modificato tali prescrizioni che, nelle parole di Giuseppe Palma, segretario generale di Assoittica (l’associazione nazionale delle aziende ittiche italiane), “impedivano lo sviluppo della venericoltura biologica in Italia, imponendo limitazioni e restrizioni che non avevano pari in tutta Europa e che, soprattutto, non trovavano riscontro tecnico-scientifico“.
“E’ dal buon senso, dalle buone sinergie e dal lavoro di squadra che vengono fuori i frutti migliori” ha dichiarato la dottoressa Stefania Papa, consigliera dell’Ordine Nazionale dei Biologi di cui è delegata in materia di Sicurezza Alimentare. Finalmente, ha proseguito la rappresentante dell’ONB, “anche l’Italia può produrre, commercializzare ed acquistare vongole bio. Ora più che mai, per la dottoressa Papa “si evidenzia l’importanza del prodotto agroalimentare biologico nell’ambito delle politiche di rafforzamento dell’asse che unisce sicurezza ambientale e sicurezza alimentare“. Inoltre, ha aggiunto ancora la Papa “la determinazione di protocolli per un allevamento sostenibile determina, in tal senso, un’importante multidisciplinarietà in cui il Biologo diventa parte attiva, tanto nella progettazione quanto nel mantenimento dei criteri di qualità previsti dalla certificazione regolamentata dei prodotti bio“. Tutto ciò ha concluso la consigliera Papa “declina al meglio il corretto esercizio della professione a supporto ed a tutela del cittadino“.
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