La proteina p53 degli spermatozoi come nuovo biomarcatore di danno da inquinamento al Dna. Se ne è parlato al congresso europeo di Riproduzione umana (Eshre) tenutosi a Vienna dal 23 al 26 giugno, in un lavoro presentato dal gruppo di ricerca EcoFoodFertility coordinato da Luigi Montano, uro-andrologo dell’Asl di Salerno e presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana. Lo studio ha evidenziato danni al Dna spermatico più alti di oltre il 40% in quei soggetti (128) residenti in Terra dei Fuochi rispetto a quelli residenti (109) nell’area della Valle del Sele. La notizia è stata riportata sul Quotidiano Sanità.
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