Roma, 26 agosto 2019 (Agonb) – I cinghiali, in diverse aree del Paese, sono diventati difficili da gestire. Nelle campagne, possono intaccare i raccolti e la produttività delle coltivazioni. Ma sempre più spesso, arrivano in città in cerca di cibo. Ci sono, tuttavia, delle regole da rispettare affinché gli uomini e i cinghiali stessi non corrano rischi.
Queste le indicazioni dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale): anzitutto, non dare da mangiare ai cinghiali in città. Ispra ricorda che fornire cibo è una pratica assolutamente sconsigliabile, perché favorisce l’abitudine di questi animali all’uomo con potenziali rischi per le persone, senza dimenticare che tale comportamento implica rischi anche per gli stessi animali. Va ricordato che la presenza di cinghiali nelle aree urbane è strettamente legata alla disponibilità di scarti alimentari e di rifiuti organici per questo animale selvatico. Il cinghiale è, per sua natura, un animale selvatico e può reagire all’interazione mordendo o spingendo violentemente. Inoltre, questa frequentazione comporta rischi per gli animali domestici – cani e gatti – che possono essere aggrediti dai cinghiali con conseguenze anche gravi.
Facilitando la presenza dei cinghiali vicino a strade e abitazioni, non è da sottovalutare il rischio di incidenti stradali che possono essere provocati dal loro attraversamento. Si ricorda che il foraggiamento dei cinghiali è espressamente vietato dalla legge 221/2015 che prevede, per chi contravviene a tale divieto, l’arresto da 2 a 6 mesi o l’ammenda da 500 a 2.000 euro. Per la città di Roma vige una specifica ordinanza del 2016 in cui si ordina di “non distribuire alimenti ai colombi, gabbiani e altri animali appartenenti alla fauna selvatica su aree pubbliche” perseguibile con una sanzione da 50 a 500 euro. (Agonb) Ffr 15:30.