Cari Colleghi,
l’esigenza di trovare un punto di ragionevole equilibrio tra deontologia e utilizzo di strumenti di comunicazione di particolare diffusione, quali social media e simili, è ormai sempre più pressante, anche alla luce della pressoché totale assenza di regole certe che regna nell’uso della rete, da una parte, e, dall’altra, lo stratificarsi di una giurisprudenza ormai univocamente orientata a equiparare i luoghi virtuali a quelli pubblici.
Non può infatti sfuggire che, rispetto ad altri utenti, gli iscritti a un albo siano soggetti al rispetto di norme di etica professionale per molti versi sensibilmente più stringenti rispetto a quelle generali; l’impianto deontologico, inteso come il complesso delle regole di comportamento obbligatorie per i professionisti, è un imprescindibile presidio posto a garanzia della funzione che ciascun iscritto è chiamato a svolgere nel rispetto della legge e nell’interesse della collettività.
In quest’ottica, e in attesa di una regolamentazione più organica che l’Ordine Nazionale dei Biologi intende approntare, è necessario anzitutto invitare gli iscritti che si occupano di nutrizione umana a un uso accorto dei social media per discutere di questioni di carattere professionale.
Negli ultimi anni si è, infatti, assistito a un proliferare incontrollato di soggetti che, pur essendo privi delle necessarie competenze professionali, ovvero travalicando gli ambiti di quelle di cui sono viceversa in possesso, pubblicizzano e commercializzano diete e regimi alimentari.
La partecipazione a gruppi, ad esempio, la cui iscrizione è potenzialmente aperta a chiunque, può facilmente condurre a uno scambio di opinioni anche con soggetti non abilitati all’esercizio della professione sulla prescrizione di diete o l’individuazione di integratori.
Si tratta di condotte che l’Ordine Nazionale dei Biologi non può che considerare gravemente contrarie al decoro, alla dignità e al corretto esercizio della professione e che, pertanto, si riserva di segnalare al Consiglio di disciplina.
Parimenti si sconsiglia vivamente di utilizzare i social media per chiedere notizie, pareri e consigli su questioni che riguardano fatti e adempimenti amministrativi e legali; questi ultimi devono necessariamente essere posti ai competenti uffici dell’Ordine Nazionale dei Biologi.
Questa iniziativa, come tante altre dell’attuale Consiglio dell’Ordine, si colloca nel solco della rinnovata politica di attenzione al decoro della professione di biologo e alla sua promozione nel contesto di quelle sanitarie, promozione che, in passato, ha stentato a farsi strada anche per la inadeguata considerazione che comportamenti contrari alle più elementari norme di etica professionale, inopinatamente tollerati, hanno contribuito a diffondere nella pubblica opinione.
Il Presidente
Sen. Dr. Vincenzo D’Anna