Roma, 3 settembre 2019 (Agonb) – Nell’ambito della Settimana mondiale dell’acqua (25-30 agosto 2019) l’Unicef ha lanciato il rapporto “Water Under Fire” (Acqua sotto il fuoco), primo volume della serie dedicata al legame tra emergenze, sviluppo e pace nelle aree di guerra.
Ecco alcuni dati significativi. A livello globale, in aree instabili e colpite da conflitti, 420 milioni di bambini non dispongono di servizi igienici di base e 210 milioni di bambini non hanno un accesso all’acqua potabile.
Otre 800 milioni di bambini vivono in 58 paesi e aree instabili e colpite da conflitti. Fra loro, 220 milioni vivono in 15 contesti estremamente instabili. Coloro che vivono in contesti estremamente instabili hanno probabilità triple di essere costretti a praticare la defecazione all’aperto; probabilità quadruple di non avere servizi igienico-sanitari di base e 8 volte più probabilità di non avere accesso all’acqua potabile.
Nei conflitti, l’acqua insicura può essere letale quanto i proiettili. In media, i bambini e ragazzi al di sotto dei 15 anni che vivono in paesi in guerra hanno probabilità quasi 3 volte più elevate di morire per malattie legate all’acqua infetta e ai servizi igienico-sanitari rispetto alla morte per effetto diretto della violenza bellica.
Per i più piccoli, la situazione è ancora peggiore: i bambini al di sotto dei cinque anni hanno ben 20 volte maggiori probabilità di morire per malattie legate alla carenza di acqua e igiene che non per la violenza bellica.
Si stima che nel 2030, l’80% degli abitanti più poveri del mondo vivrà in contesti fragili o colpiti da conflitti armati.
Negli ultimi anni, più di 120 milioni di persone ogni anno hanno avuto bisogno di assistenza e protezione umanitaria urgente. Le crisi sono più numerose, colpiscono più persone e durano più a lungo che non nel decennio scorso.
Nel 2018, 70,8 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni, per lo più a causa di conflitti. Metà di loro sono bambini.
I conflitti si protraggono sempre più a lungo, la durata media dei Piani di Risposta Umanitaria (Human Response Plans, HRP) delle Nazioni Unite è passata dai 5,2 anni del 2014 ai 9,3 anni del 2018.
In guerra vengono praticati attacchi contro i sistemi idrici, che colpiscono direttamente i bambini. Quando il flusso dell’acqua potabile si arresta, i bambini sono costretti a fare affidamento su acqua non sicura, esponendosi al rischio di malattie.
Il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari è sancito nella Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Esso è fondamentale per la sopravvivenza di un bambino quanto il cibo, le cure mediche e la protezione.
«Le crisi legate ai conflitti diventano sempre più frequenti, colpiscono più persone e durano più a lungo. Nelle zone estremamente instabili e colpite dai conflitti, la situazione è disastrosa per i bambini» afferma Kelly Ann Naylor, Direttore associato dell’Unicef per i programmi Acqua e Igiene. (Agonb) Ffr 09:30.