La Commissione europea ha pubblicato un bando per realizzare una piattaforma per la ricerca e l’innovazione nell’ambito della sicurezza alimentare. Lo scopo è quello di rendere più facile a enti nazionali, agenzie Ue, politici, comunità scientifica e società civile coordinare le azioni per la ricerca. Termine ultimo per l’inoltro delle proposte è il 22 gennaio 2020.
La piattaforma comprenderà informazioni sulla ricerca in materia di sicurezza alimentare e migliorerà l’omogeneità tra i finanziamenti nazionali e quelli europei destinati alla ricerca in ambito di sicurezza alimentare. Agevolerà inoltre nuove modalità per la comunicazione (sempre in materia di sicurezza alimentare).
«Individuare le priorità di ricerca in materia di sicurezza alimentare – ha detto Marta Hugas, direttore scientifico EFSA – è cruciale per l’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) e intendiamo contribuirvi attivamente. Il nostro recente rapporto sulle esigenze di ricerca finalizzata alla regolamentazione della sicurezza alimentare 2030 illustra quali sono le priorità della ricerca per i prossimi 10 anni».
Nella pubblicazione dell’EFSA si illustrano le modalità con cui la ricerca può stimolare l’innovazione, come la scienza possa essere comunicata efficacemente alla società e come garantire cibi privi di rischi a una popolazione mondiale in aumento.
«Individuare le priorità di ricerca in materia di sicurezza alimentare è cruciale per l’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) e intendiamo contribuirvi attivamente. Il nostro recente rapporto sulle esigenze di ricerca finalizzata alla regolamentazione della sicurezza alimentare 2030 illustra quali sono le priorità della ricerca per i prossimi 10 anni».
«Questa manifestazione di interesse, da parte degli organismi di Bruxelles, vede messa sempre in strettamente asse l’innovazione in campo ambientale con la sicurezza alimentare: si tratta di due facce della stessa medaglia, l’una legata indissolubilmente all’altra» spiega la dott.ssa Stefania Papa, consigliera dell’Ordine nazionale dei Biologi, dove è delegata alla Sicurezza Alimentare. Per la rappresentante dell’ONB: «tanto più si investe e si scommette sulle ‘speciali competenze‘, tanto più il rischio nel settore della sicurezza alimentare tende a diminuire».
«Volendo tradurre il tutto in una formula matematica – spiega ancora la Papa – se è vero che R=PxG dove R sta per ‘rischio‘, P per ‘pericolo chimico-fisico-microbiologico‘ e G per ‘gravità‘, è pur vero che, introducendo il fattore delle speciali competenze, questa stessa formula tende ad essere sintetizzata come segue: R=PxG/k dove K sta, appunto, per ‘speciale competenza‘, vale a dire quella capacità elevata di conoscere, comprendere, essere informati e formati in materia di sicurezza alimentare che può aiutarci ad abbattere ogni forma di rischio in materia di sicurezza alimentare».
«In sintesi – precisa ancora l’esponente dell’Ordine dei Biologi – tanto più abbiamo la capacità di conoscere i pericoli ed i contesti in cui essi si manifestano, tanto più cala la percentuale di incappare in un alimento non sicuro per la nostra salute. Insomma, tanto più l’operatore del settore agroalimentare disporrà di conoscenze appropriate (e quindi investirà in ricerca & sviluppo) tanto più egli sarà in grado di abbattere la soglia di pericolo per il consumatore. Ma questo vale anche per il cittadino il quale, se reso edotto attraverso un corretto percorso di conoscenza su come, quando e dove può generarsi un determinato rischio, tanto più apprezzerà e compirà scelte consapevoli per la propria salute».
In tutto questo, conclude la consigliera Papa «si fa strategico, manco a dirlo, il ruolo del biologo nell’ambito dell’innovazione e dello sviluppo per una migliore e più consapevole gestione dei rischi che possono nascondersi nella filiera alimentare, a partire dal settore primario (produzione) per poi passare a quello della trasformazione (mondo dell’industria agroalimentare) e della distribuzione dei prodotti fino a quando questi non raggiungono le nostre tavole».