Qualcosa come oltre 315 tonnellate di cereali contraffatti sono state sequestrate, nei giorni scorsi, tra la provincia di Avellino e quella di Napoli, dai carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare di Salerno entrati in azione in collaborazione con gli specialisti della locale Asl. L’operazione, come informa una nota, è scaturita da una serie di ispezioni straordinarie eseguite nei depositi di alcune ditte specializzate nel commercio all’ingrosso. In particolare i “segugi” dell’Arma hanno individuato e sequestrato 310 tonnellate di grano, orzo e avena, risultati stoccati all’interno di una struttura sprovvista della necessaria (ed obbligatoria) registrazione sanitaria. Contestualmente è stato disposto il divieto di commercializzazione dei prodotti per un valore di oltre 77mila euro, e diffidato il titolare dell’azienda ad adempiere alle disposizioni normative di settore per lo stoccaggio di prodotti cerealicoli. Nel corso del blitz, la task force di carabinieri e “camici bianchi” ha anche scoperto 207 sacchi da 25 chili di farina di grano tenero (per un totale di 5.175 chili), etichettati con loghi contraffatti che richiamavano una nota marca di settore e diciture evocanti falsamente l’origine italiana della materia prima.
“Al di là del plauso, obbligatorio, che va tributato agli uomini del Reparto Tutela Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri, occorre, ancora sottolineare, che quanto da loro scoperto ci invita a non abbassare mai la guardia in materia di sicurezza alimentare, ricordando che quella in gioco è pur sempre la tutela del consumatore che è poi il destinatario ultimo di tali prodotti” commenta la dott.ssa Stefania Papa, consigliera dell’Ordine nazionale dei Biologi dove è delegata alla Sicurezza Alimentare. “Ancora una volta – prosegue la rappresentante dell’ONB – viene posta in evidenza l’importanza ed il ruolo strategico che i Biologi esperti in Sicurezza alimentare e Affari regolatori, possono rivestire, fianco a fianco con le forze dell’ordine e gli altri operatori del pianeta sanità in un settore, in questo caso quello dell’Agroalimentare, inteso in tutta la sua filiera”. “Al di là del volere fraudolento di determinate azioni come può essere, ad esempio, l’omessa etichettatura o la falsificazione dei marchi, spesso, infatti, si ignorano le norme e le leggi che regolamentano tale comparto. Ecco perché l’esperienza, la professionalità, in una una sola frase, le ‘speciali competenze‘ dei Biologi, possono risultare utili per non dire vitali quando si tratta di monitorare la filiera in tutte le sue fasi, dalla produzione fino alla consumazione”.