“Un bambino molto intelligente ma non in grado di integrarsi in un gruppo e giocare con gli altri bambini, non conosce il significato del rispetto ed è totalmente indifferente all’autorità degli adulti, caratterizzato da movimenti e abitudini stereotipate“. Quel bambino era Fritz, aveva 6 anni. Così lo descrisse, nel 1944, un brillante pediatra, Hans Asperger. Una testimonianza, la sua, che dipinge in maniera vivida e chiara quel che, al giorno d’oggi, non tendiamo a definire “Autismo“, o più propriamente definito disturbo dello spettro autistico (ASD). Ebbene, in un brillante studio pubblicato all’inizio di quest’anno è stato dimostrato come l’utilizzo di un batterio commensale (presente nel microbiota umano) chiamato Lactobacillus Reuteri in modelli murini di ASD, possa ristabilire i deficit sociali caratteristici del disturbo.
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