Roma, 20 novembre 2019 (Agonb) – Con una nanoparticella potrebbe essere possibile “ingannare” gli anticorpi, facendo credere all’organismo che il glutine sia una sostanza innocua ed evitando, quindi, le reazioni autoimmuni. La terapia, studiata per la celiachia, è stata oggetto di una sperimentazione clinica di fase II della Northwestern Medicine e ha permesso ai pazienti di mangiare glutine per 2 settimane senza risentirne a livello intestinale.
Il nanodispositivo è una nanoparticella biodegradabile e contenente glutine che si comporta come un “cavallo di Troia”: iniettata nel sangue, entra a contatto coi macrofagi, che riconoscono il glutine contenuto come innocuo e “avvertono” le altre cellule immunitarie evitando reazioni avverse, creando una desensibilizzazione. Lo studio americano potrebbe aprire le porte a una terapia risolutiva del problema, oggi aggirabile soltanto evitando di mangiare alimenti contenenti glutine. (Agonb) Nfa 13:00.