Roma, 22 novembre 2019 (Agonb) – L’antibioticoresistenza è uno dei temi centrali del dibattito pubblico, in sanità, e della analisi scientifiche presentate nei convegni delle organizzazioni di professionisti sanitarie e delle società scientifiche italiane.
L’Istituto Superiore di Sanità comunica che in Italia, nel 2018, le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli otto patogeni sotto sorveglianza (Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter species) si mantengono più alte rispetto alla media europea, pur nell’ambito di un trend in calo rispetto agli anni precedenti.
Inoltre, gli oltre 2.000 casi diagnosticati nel 2018 (anche questo un dato costante) di infezioni nel sangue causate da enterobatteri produttori di carbapenemasi (CPE), ovvero di enzimi che distruggono i carbapenemi (una classe di antibiotici ad ampio spettro) evidenziano la larga diffusione nel nostro Paese di tali batteriemie.
Sono questi i dati aggiornati, pubblicati in occasione dell’European Antibiotic Awareness Day, del 18 novembre scorso, e della World Antibiotic Awareness Week attualmente in corso, della Sorveglianza Nazionale dell’antibiotico-resistenza (AR-ISS) e della Sorveglianza delle CPE, coordinate entrambe dall’Istituto Superiore di Sanità.
«Purtroppo, il nostro Paese detiene il triste primato, nel contesto europeo, della mortalità per antibiotico-resistenza – dichiara Annalisa Pantosti, Responsabile della Sorveglianza AR-ISS – Infatti, dei 33.000 decessi che avvengono in Europa ogni anno per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici, oltre 10.000 succedono in Italia». (Agonb) Ffr 09:30.