Roma, 9 dicembre 2019 (Agonb) – Mentre la maggior parte degli organismi marini soffrono per il deterioramento e la scomparsa delle barriere coralline c’è un pesce che invece prolifera. Un gruppo di ricercatori dell’Australian Institute of Marine Science (AIMS) ha pubblicato su Global Change Biology uno studio in cui racconta come certi pesci pappagallo, un gruppo di varie decine di specie di pesci appartenenti alla famiglia degli scaridi (Scaridae), riesca a sfruttare a proprio vantaggio il degrado delle barriere coralline. Secondo i ricercatori infatti lungo le barriere che hanno subito lo sbiancamento, come la Grande Barriera Corallina del Pacifico occidentale oppure l’arcipelago di Chagos nell’oceano Indiano, questi animali stanno mostrando un aumento delle popolazioni ed un aumento delle dimensioni corporee rispetto a pesci che vivono nei pressi di altre barriere coralline non sbiancate. Mentre la maggior parte degli organismi marini soffre per il deterioramento, la fortuna del pesce pappagallo potrebbe essere legata al metodo con il quale mangia: con il suo “becco” infatti raschia i microrganismi dai coralli. Con i coralli già danneggiati è dunque più facile raschiare e cibarsi. A ciò si aggiunge che con lo sbiancamento i microrganismi e le microalghe si moltiplicano negli strati esterni ed è dunque ancor più facile per i “pappagalli” del mare procacciarsi del cibo. (Agonb) Gta 13:12.