Roma, 14 gennaio 2020 (Agonb) – Uno studio dell’Università Statale di Milano, pubblicato sulla rivista Pnas, ha evidenziato il ruolo cruciale svolto dalla proteina recettoriale GLR (GLutamate receptor-Like) nella percezione degli amminoacidi da parte delle radici delle piante.
Lo studio, coordinato da Alex Costa e condotto nella specie modello Arabidopsis thaliana, “disegna” la prima struttura ad alta risoluzione di un’importante proteina recettoriale di pianta.
Le piante, infatti, pur non essendo dotate di cervello né connessioni nervose, hanno sviluppato diversi sistemi recettoriali capaci di percepire una moltitudine di molecole o elementi presenti nell’ambiente in cui vivono. In particolare, le radici rappresentano l’organo deputato alla percezione di numerosi elementi presenti nel suolo, una “attività” che provoca dei cambiamenti metabolici non solo nelle cellule radicali, ma anche nei tessuti sistemici fogliari. Affinché avvenga una comunicazione a lunga distanza tra le radici e le foglie le piante hanno quindi sviluppato differenti meccanismi molecolari che spesso dipendono dall’attività di canali ionici. I recettori chiamati GLR in particolare, sono da tempo tra i principali sospettati di rappresentare quei canali permeabili allo ione calcio che generano e sostengono molti dei segnali a lunga distanza che corrono lungo la pianta.
«Prima del nostro studio non si sapeva con certezza neppure quali molecole legassero», spiega Andrea Alfieri, ricercatore del dipartimento di Bioscienze che ha condotto lo studio biochimico e strutturale. «Con la nostra ricerca siamo riusciti a scoprire che questa proteina è capace di legare non solo il glutammato, ma una lista precisa di amminoacidi. Producendo cristalli della proteina e risolvendone la struttura, abbiamo poi osservato che la modalità con cui i GLR riescono a legare gli amminoacidi è peculiare e piuttosto differente da quella animale. Questa è di fatto la prima struttura ad alta risoluzione di un GLR vegetale». (Agonb) Ffr 11:00.