Roma, 10 marzo 2020 (Agonb) – Messico, Thailandia e Italia. Nel campionato mondiale sul consumo di acque minerali in bottiglia, di cui la maggior parte in plastica, siamo terzi. Un record poco invidiabile, se pensiamo all’aumento delle temperature, allo scioglimento delle calotte polari e alla nascita di movimenti anti-plastica, poiché abbiamo molti consumatori che non rinunciano alla comodità “usa e getta” delle bottiglie. Secondo i dati Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, un ente pubblico economico nazionale, durante il 2019 la tendenza è rimasta in crescita. Negli ultimi dieci anni le vendite totali a volume delle acque minerali imbottigliate in plastica sono più che raddoppiate, passando dai circa cinque miliardi di bottiglie del 2009 agli oltre dieci miliardi lo scorso anno: un incremento costante nel tempo, nonostante gli sforzi e le campagne plastic free promosse da associazioni ecologiste e dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Gli aumenti negli acquisti hanno avuto tra i protagonisti il Sud e la Sicilia (+ 2,7%), in una condizione di crescita generalizzata (+0,9% il dato nazionale). È da rimarcare, inoltre, che la parte più rilevante dei consumi coinvolga l’acqua naturale, una tipologia subito disponibile dai rubinetti delle nostre case, quella che a Milano, ma non solo, chiamano l’acqua del sindaco. Dalla lettura delle cifre si scopre che ha rappresentato il 71% dei volumi di spese: parliamo di circa sette miliardi e duecentomila bottiglie comperate nel 2019, un valore quasi triplicato nel giro di soli tre anni. Le acque effervescenti, invece, sono state scelte dal 13% delle famiglie italiane, per un totale di quasi un miliardo di bottiglie, contro le circa cinquecentomila del 2016. Stessi numeri per quelle gassate predilette dall’11% dei consumatori, per un volume di vendita pari, anche in questo caso, a circa un miliardo di bottiglie. Cifre più moderate, ma similmente considerevoli per le acque leggermente gassate, che hanno incontrato le preferenze del 5% dei nuclei familiari italiani (circa cinquecentomila bottiglie, il doppio di quelle consumate nel 2016).
Il vetro, allora, quanto viene usato? La risposta fornita dai dati Ismea non è entusiasmante: le bottiglie di vetro con acqua naturale acquistate nel 2019 sono pari a ventiquattro milioni circa, mentre dieci anni fa erano circa trentuno milioni. Un orientamento negativo confermato pure per l’acqua effervescente e quella leggermente gassata, ma non per quella gassata che risulta in controtendenza con suppergiù cinque milioni e mezzo di bottiglie vendute nel 2019, contro i circa tre milioni del 2009.
Il piccolo balzo in avanti nei consumi di acqua in bottiglia (+1,2% la spesa rispetto al 2018), ha portato nella casse di supermercati e piccoli negozianti oltre due miliardi di euro. Dai dati della grande distribuzione emerge che lo scorso anno l’acqua ha rappresentato il 77% del volume e il 30% del fatturato dell’intero comparto bevande (esclusi i vini). Il segmento acqua in dieci anni è cresciuto in volume del 131%, mentre i prezzi tendono sempre più a contrarsi: in termini di spesa l’incremento nel decennio è solo del 18%, segnale palese di una guerra di prezzo tra le varie aziende imbottigliatrici.
Qualcosa, comunque, si sta muovendo per sensibilizzare al consumo responsabile di acqua. Il Gruppo CAP, ad esempio, l’azienda a capitale interamente pubblico che gestisce il servizio idrico integrato sul territorio della Città metropolitana di Milano e in diversi altri Comuni delle province di Monza e Brianza, Pavia, Varese e Como, ha lanciato la campagna “Fonte San Rubinetto”. Sono stati previsti e realizzati molti incontri, in alcuni centri commerciali della Lombardia, per scoprire i benefici dell’acqua di casa, «un’acqua – si legge sul sito dell’iniziativa – che oltre a essere ricca di sali minerali, soprattutto calcio e magnesio, ottimi per la salute, è sicura, controllata, fa bene all’ambiente, poiché sgorga tra le pareti domestiche ed è, non da ultimo, economica: 1.000 litri costano infatti quanto un caffè». (Agonb) Gianpaolo Palazzo 13:30.