Roma, 13 marzo 2020 (Agonb) – Fra 80 anni metà delle spiagge sabbiose del mondo potrebbero scomparire. E’ uno scenario durissimo quello ipotizzato in un articolo pubblicato su Nature Climate Charge da diversi ricercatori internazionali che sostengono una possibile scomparsa delle spiagge, anche in aree molto popolate, entro il 2100. Questo potrebbe avvenire se continuerà l’attuale ritmo con cui la crisi climatica, a partire dall’innalzamento del livello del mare, sta mutando il Pianeta. L’area più colpita potrebbe essere l’Australia con quasi 12.000 chilometri di coste a rischio. Anche Canada, Cile, Messico, Cina, Africa e Stati Uniti sarebbero fortemente ridotte. Ad oggi le spiagge sabbiose occupano più di un terzo delle coste di tutto il mondo e hanno un alto valore socioeconomico. Secondo gli esperti una mitigazione moderata delle emissioni di gas a effetto serra potrebbe impedire il 40% del ritiro delle coste. In certe aree del mondo, come in Gambia e Guinea Bissau, gli effetti dell’erosione e dell’innalzamento dei mari stanno però già provocando danni enormi e in queste zone “si potrebbe perdere anche il 60%” della costa sabbiosa, avvertono gli esperti. (Agonb) Gta 9:30.