In un recente articolo, il New York Times aveva rivelato l’esistenza, in Cina, di un’app per smartphone che, attraverso l’utilizzo dei dati personali, indicava selettivamente chi doveva andare in quarantena, a causa dell’emergenza coronavirus, e chi, invece, poteva recarsi al lavoro e frequentare luoghi pubblici. Ora un nostro connazionale appena rientrato in Italia dal paese della “Grande Muraglia”, spiega a Ilfattoquotidiano.it come, in realtà, le applicazioni usate dal governo di Pechino siano due e racconta la sua esperienza di messa in quarantena.
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