Il cervello e la scrittura

Roma, 29 gennaio 2020 (AgOnb) – Ad ogni tipo di scrittura (stampatello e corsivo) sono associati schemi cerebrali differenti e diversi stati emotivi. In particolare, la scrittura in corsivo attiva le reti della lettura e della scrittura.

Gli studi portati avanti dalle neuroscienze dimostrano come il progressivo oblio della scrittura manuale ha delle conseguenze sul funzionamento del cervello umano. La penna, anche per il suo non poter essere cancellata, costringe il cervello ad operare scelte veloci dei vocaboli da utilizzare; allo stesso tempo è necessario prestare massima attenzione a scrivere bene tutte le lettere, a seguire le regole grammaticali ecc.

Scrivere in corsivo, a differenza dello stampatello, obbliga a non staccare la mano dal foglio. Uno sforzo che stimola il pensiero logico-lineare, quello che permette di associare le idee in modo lineare.

I giovani con maggiori abilità nello scrivere in corsivo hanno una migliore capacità deconcettualizzare gli argomenti e di problem solving.

Usare la tastiera attiva solo la parte sinistra del cervello.

Con carta e penna, invece, si attivano l’emisfero sinistro, la zona frontale inferiore e la corteccia parietale posteriore, cioè le aree che sovrintendono la coordinazione occhio-mano, la motricità fine.

Secondo alcuni studi la mancanza dell’uso del corsivo può avere effetti negativi sullo sviluppo del cervello. 

Alcuni volontari hanno letto una conversazione immaginaria tra personaggi che discutevano dei loro piani per due mesi nel prossimo futuro, inclusi 14 diversi orari di lezione, date di scadenza dei compiti e appuntamenti personali. I ricercatori hanno eseguito analisi pre-test per garantire che i volontari, di età compresa tra i 18 ei 29 anni e reclutati da campus universitari o uffici, fossero suddivisi in tre gruppi in base alle capacità di memoria, preferenza personale per metodi digitali o analogici, sesso, età e altri aspetti.   I volontari hanno quindi registrato il programma immaginario utilizzando un’agenda cartacea e una penna, un’app di calendario su un tablet o su uno smartphone grande con touch-screen. Dopo un’ora, i volontari hanno risposto a una serie di scelte multiple semplici e complesse. Mentre completavano il test, sui volontari è stata effettuata.

Secondo uno psicoterapeuta dell’età evolutiva, la perdita del corsivo potrebbe essere alla base di molti disturbi dell’apprendimento. “Scrivere in corsivo vuol dire tradurre il pensiero in parole, scrivere in stampatello vuol dire invece sezionarlo in lettere, spezzettarlo, negare il tempo e il respiro della frase. E il corsivo così come lega le lettere lega i pensieri” dice l’esperto. (AgOnb) Matteo Piccirilli 10:00