Roma, 3 aprile 2020 (Agonb) – I ricercatori dell’Università della California – San Diego hanno scoperto che alti livelli ematici di RNA prodotto dal gene PHGDH potrebbero servire da biomarcatore per la diagnosi precoce della malattia di Alzheimer. Il lavoro, pubblicato su Current Biology, potrebbe portare allo sviluppo di un esame del sangue per identificare chi svilupperà la malattia prima di averne i sintomi. Il gene PHGDH produce RNA e proteine fondamentali per lo sviluppo del cervello e il suo funzionamento nei neonati, nei bambini e negli adolescenti. Il nuovo studio, condotto da Sheng Zhong, professore di bioingegneria alla UC San Diego Jacobs School of Engineering con Edward Koo, professore di neuroscienze alla UC San Diego School of Medicine, suggerisce che la sovrapproduzione di un tipo di RNA, chiamato RNA extracellulare (exRNA), dal gene PHGDH negli anziani potrebbe fornire un segnale di allarme precoce.
Il metodo da loro sviluppato (SILVER-SEQ) mette in sequenza decine di migliaia di exRNA in meno di una goccia di sangue ed è stato utilizzato per analizzare i profili di exRNA in campioni di sangue di 35 persone ultra 70enni monitorate fino a 15 anni prima della morte (15 pazienti con malattia di Alzheimer; 11 “convertitori”, soggetti inizialmente sani che poi l’hanno sviluppata; e 9 sani). Le diagnosi cliniche sono state confermate dall’analisi del tessuto cerebrale post mortem. I risultati hanno mostrato un forte aumento della produzione di exRNA di PHGDH (già mediamente più alta nei pazienti con la malattia) in tutti i convertitori circa due anni prima della diagnosi clinica. (Agonb) Cdm 11:30.