Due metodi di riferimento con caratteristiche e prestazioni diverse, ma ugualmente affidabili, e tante aziende pronte ad attivarsi: i test sierologici all’esame del Comitato tecnico scientifico promettono di essere i grandi alleati della riapertura dopo il lockdown, la cosiddetta “fase 2“. Riconoscendo gli anticorpi nel sangue possono infatti dire se l’infezione c’è stata e stabilire se il contagio è avvenuto circa un mese prima. Grazie a questi test sarà possibile avere “un quadro della circolazione del virus nel Paese, ma non una patente di immunità”, ha rilevato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro. “Se di test ce ne sono molti, sono due i metodi di riferimento per quantificare la presenza degli anticorpi: il metodo basato sulla chemiluminescenza e il metodo Elisa“, ha detto il virologo Francesco Broccolo, dell’università Bicocca di Milano e direttore del laboratorio Cerba di Milano.