Hallerbos, il faggeto che in aprile si addobba di uno straordinario tappeto blu-violetto, dà quest’anno il suo meglio. Merito anche dell’assenza di turisti, che negli anni senza pandemia si affollano anche a 15-20 mila al giorno. Solo i residenti potranno gustare lo show. Ma il sindaco promette: “Il distanziamento ha fatto bene anche alle piante, l’anno prossimo torneranno così belle”.
La natura, in questa imprevedibile primavera, sta dando il meglio di sé. In un certo senso, è merito (o colpa) dell’uomo. O, meglio, della sua assenza. Purtroppo – ma forse è il contrappasso che ci compete – quasi nessuno di noi potrà ammirare gli spettacoli di flora e fauna che non si vedevano da tempo e che, in certi casi – la wildlife che invade gli insediamenti umani – non si erano mai visti. Tanto più saranno fortunati coloro i quali, per scelta o per caso, si trovano ad abitare vicino a gioielli come la foresta di Hallerbos. Specialmente se, come accade in Belgio, le regole di distanziamento sociale e di limitazione della libertà individuale sono meno draconiane che altrove.
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