L’attuale pandemia da SARS-CoV-2 rappresenta un fattore di rischio per la salute delle popolazioni migranti in Europa, non solo rispetto alla possibilità di entrare a contatto con il virus ma, anche, per i possibili esiti di salute negativi legati alle barriere nell’accesso ai servizi sanitari. Lo scrive Epicentro, il portale di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità, secondo il quale esiste un rischio particolarmente alto, in tal senso, che riguarda tutti coloro i quali vivono in condizioni di affollamento, con difficoltà ad auto-isolarsi e a mantenere il distanziamento sociale (ad esempio nei Centri di accoglienza), o in condizioni di scarsa igiene e con ridotto accesso all’acqua pulita (ad esempio negli insediamenti informali). Inoltre, prosegue Epicentro, i gruppi di migranti e le minoranze differiscono tra loro per ciò che riguarda l’accesso a conoscenze e informazioni sul COVID-19 e alcuni potrebbero non avere i mezzi socioeconomici o tecnici (come l’accesso a internet) per prendersi cura di loro stessi e delle loro famiglie durante l’isolamento. Di seguito sono riportati alcuni documenti di internazionali per la prevenzione e il controllo dell’epidemia da COVID-19 nella popolazione migrante.