L’avvio della “fase 2“, con la conclusione graduale del “lockdown” e la riapertura delle attività commerciali, chiama direttamente in causa gli “specialisti dell’ambiente“. Con lo stop della quarantena, infatti, scatta anche l’obbligo, per i titolari di negozi, laboratori, ristoranti, uffici, fabbriche, ecc ecc., di garantire la sicurezza dei locali, per quanto concerne il rischio biologico, anche relativamente all’erogazione delle varie prestazioni o ai DPI utilizzati (mascherine, guanti, indumenti). Ne va della salute di quanti ci lavorano, ma anche della clientela che poi si rivolge a quelle stesse realtà commerciali.
In soldoni: in una fase delicata per la ripartenza del Paese, con una battaglia, quella contro il nuovo coronavirus, tutta ancora da vincere, scatta l’obbligo, inevitabile, non solo di garantire la perfetta igienicità dei luoghi di lavoro (pensiamo all’aria che respiriamo, alle superfici, agli utensili, alle regole di distanziamento sociale, ecc.) ma anche di valutarne il relativo impatto ambientale (basta un condizionatore “sporco” per mettere a repentaglio la salute pubblica), proprio per scongiurare il rischio di una pericolosa risalita della curva del contagio. E chi se non i Biologi, con il particolare “know how” che li contraddistingue, può dare una mano in questo fondamentale quanto vitale compito? Biologi ambientali, ovviamente. Specialisti in biomonitoraggio e valutazione del rischio biologico. Figure professionali capaci di analizzare i processi biologici che si verificano nell’aria, nell’acqua o nel suolo anche in relazione ad eventi catastrofici come può essere, appunto, il dilagare di un’epidemia come quella scatenata dalla Covid-19, operando con finalità di prevenzione, conservazione e/o bonifica dell’ambiente. Il tutto a esclusiva tutela della salute umana.
Lo “certifica”, qualora lo si fosse dimenticato, l’articolo 3 della legge istitutiva dell’Ordine (la nr. 396/1967), laddove riferisce che spetta, appunto, al Biologo la “competenza specifica” in ambito ambientale (biologico). Successivamente, qualora ci fossero ancora dubbi sull’argomento, queste stesse competenze sono state ulteriormente ampliate e riconosciute anche nell’art.31 del Dpr 328/2001 dove è stato specificato, in particolare, che tra le competenze che spettano al Biologo è ricompresa, appunto, anche la valutazione di impatto ambientale relativamente all’aspetto biologico, alle analisi ed ai relativi controlli dei parametri ambientali dei luoghi di lavoro.
Insomma, volendo dirla con altre parole: non c’è fine del lockdown che tenga senza il necessario sigillo dei “Biologi della Prevenzione“.
E nasce appunto da qui, dalla necessità di poter fare affidamento su figure esperte e dunque in grado di garantire la “ripartenza in sicurezza” del Paese che l’Ordine Nazionale dei Biologi, su indicazione della dr.ssa Claudia Dello Iacovo, consigliera e delegata alla Formazione, ha deciso di mettere in campo un progetto formativo di altissimo livello, capace non solo di fornire i necessari aggiornamenti normativi sull’emergenza coronavirus in atto, ma anche di offrire, a quanti fossero interessati, gli strumenti adatti per meglio operare ed agire in questo delicato settore.
L’offerta, ci ha tenuto a spiegare la consigliera, rientra nel progetto “Formare informando” e “sarà disponibile sulla piattaforma dell’ONB, a partire dal prossimo 11 maggio. Sarà rivolta a tutti gli iscritti in maniera completamente gratuita”.
Il corso è stato realizzato dal prof. Giorgio Liguori (università Partenope) e dal prof. Marco Guida (università Federico II) in collaborazione con il biologo Vincenzo Stefanelli (dirigente Sisp Asl Na 1 Centro). Ha collaborato anche l’ufficio legale dell’ONB (avv. Chiara Gala).
“E’ opportuno formare i Biologi circa la conoscenza di quelli che sono i processi di sanificazione ambientale e di rischio biologico oltre che di aggiornamento del cosiddetto DVR (Documento Valutazione Rischi), per quanto concerne il rischio Covid-19″ ci ha tenuto ancora a precisare la dr.ssa Dello Iacovo invitando e “spronando” i Biologi a prendere “in debita considerazione l’importanza e la responsabilità delle consulenze che, di qui a poco, saranno chiamati ad offrire senza svalutare il proprio lavoro ma anzi, mantenendo alto il livello e la qualità della loro professione“.
Con la nuova proposta formativa dell’ONB, ha aggiunto invece il dr. Franco Scicchitano, consigliere dell’Ordine e delegato in materia di Ambiente, “la formazione si pone l’obiettivo di divulgare ulteriormente i grandi e vari ambiti operativi in cui è chiamata a cimentarsi la nostra straordinaria professione”. Quella che viene messa in luce, ha aggiunto il consigliere, è “in particolare, la figura del Biologo della Prevenzione chiamato a rivestire un ruolo di primissimo piano in un ambito di competenza emergenziale di così stretta attualità come quello caratterizzato dall’emergenza coronavirus”. Qualora non lo si fosse capito, in “questo momento c’è molto lavoro per i Biologi. Ed è importante che tutti sappiano che l’Ordine è loro vicino” hanno concluso, all’unisono, i due consiglieri dell’ONB.