La recente “ondata” dei servizi di telemedicina, alimentata dalla pandemia di COVID-19, ha migliorato senz’altro l’accesso alle cure psichiatriche e potrebbe aver gettato le basi per un tipo di analisi ancora più indispensabile nell’assistenza virtuale del futuro. Lo scrive Andrew D. Bowser in un articolo pubblicato sul portale di psichiatria “MdEdge“, citando i dati emersi durante la conferenza annuale dell’American Psychiatric Association (Ana), svoltasi come evento live virtuale.Tuttavia, spiega Bowser, non tutti i pazienti hanno mostrato effettivamente di volere queste “visite video”, e non è chiaro ancora se la telepsichiatria praticata in questo momento “sarà anche il miglior modello per la pratica clinica del domani una volta che la crisi si sarà attenuata”, come ci hanno tenuto a spiegare i relatori presenti alla riunione annuale dell’Ana.