Pubblicato su “The Lancet” lo studio condotto dalla Pediatria dell’Ospedale di Bergamo
(Lucio Verdoni, primo autore dello studio, con i colleghi Angelo Mazza, Annalisa Gervasoni, Laura Martelli, Maurizio Ruggeri, Matteo Ciuffreda, Ezio Bonanomi e Lorenzo D’Antiga) sul legame tra nuovo coronavirus e malattia di Kawasaki, rara patologia infiammatoria che colpisce in genere i bambini di età inferiore ai cinque anni e che provoca l’infiammazione dei vasi sanguigni di medio calibro. Il report ha preso in esame 10 casi di bambini con sintomi simili alla malattia di Kawasaki (febbre ed eruzione cutanea, occhi rossi, labbra o bocca secche, arrossamenti sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi e rigonfiamento di linfonodi) arrivati all’ospedale bergamasco “Papa Giovanni XXIII” tra il 1 marzo e il 20 aprile scorsi. Otto tra loro sono risultati positivi anche alla Covid-19. Nei 5 anni precedenti, la malattia di Kawasaki era stata diagnosticata a soli 19 bambini, il che significa un aumento dei casi equivalente a 30 volte. Un dato sul quale però i ricercatori hanno preferito procedere con i piedi di piombo perché, è stata l’avvertenza, è difficile trarre conclusioni definitive con numeri così ridotti. In ogni caso, tutti i bambini oggetti dello studio sono sopravvissuti, ma quelli che si erano ammalati durante la pandemia di Sars-Cov 2 – è stato notato dai ricercatori – hanno mostrato sintomi più gravi rispetto quelli diagnosticati nei cinque anni precedenti.
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