Arriva da Siena la possibile svolta nella cura della malattia scatenata dal nuovo Coronavirus. E’ qui, infatti, a poca distanza dai laboratori in cui, nei giorni scorsi, il gruppo della dott.ssa Cusi (dirigente Biologo) isolò il virus, che il microbiologo Rino Rappuoli, medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica nel 2005, padre del vaccino contro il meningococco B e C e di quello contro la pertosse, ha annunciato di essere riuscito a individuare anticorpi monoclonali che sembrano funzionare contro il virus della Sars-Cov2. In un’intervista mandata in onda, nei giorni scorsi da RaiNews (link) e poi ripresa dalle principali testate nazionali, il biologo toscano (attualmente direttore scientifico e responsabile della attività di ricerca e sviluppo esterna presso “Gsk Vaccines”) ha spiegato di cosa si tratta e quali sono i passi compiuti e quelli ancora da compiere per arrivare alla realizzazione, in un tempo stabilito di circa 8-9 mesi, di un farmaco efficace contro la Covid-19. Secondo quanto reso noto da Rappuoli, sono 17 gli anticorpi monoclonali identificati dal suo team di ricerca (che ha operato in collaborazione con l’Istituto Spallanzani di Roma). Tutti particolarmente potenti e capaci di neutralizzare il Sars-Cov2 in test condotti in vitro. Gli anticorpi, isolati da sette persone sopravvissute all’infezione, sono stati clonati ed espressi in laboratorio per ottenere una quantità tale da valutarne l’attività biologica contro il morbo. Dei 17 anticorpi monoclonali, solo alcuni verranno selezionati per una ricerca più approfondita. Si tratta senz’altro di “una buona notizia che fa ben sperare per il prosieguo della lotta contro il coronavirus” ha commentato la dr.ssa Stefania Papa, consigliera dell’Ordine nazionale dei Biologi di cui è delegata in materia di Igiene e Sicurezza Alimentare oltre che delegata regionale per l’Umbria e la Toscana. “Plaudiamo al lavoro dei medici ma, consentitecelo, anche a quello dei Biologi capaci, ancora una volta, di tagliare un nuovo, straordinario traguardo perché laddove intervengono le tecnologie di sistema, laddove si fanno largo le biotecnologie, come nel caso degli studi sugli anticorpi monoclonali, non può che esserci la mano esperta dei nostri colleghi” ha aggiunto la consigliera Papa. A costoro, ha proseguito la rappresentante dell’ONB “va riconosciuto, nell’ambito della produzione farmaceutica, un ruolo cardine e strategico per quanto concerne le speciali competenze maturate in campo molecolare e genetico”. Un ruolo, ha detto la delegata toscana dell’Ordine, che si fa, di giorno in giorno, “sempre più determinante”. D’altronde, ha detto ancora la consigliera “anche nella realizzazione dei vaccini, è il Biologo che, oltre a garantire la sicurezza ed i controlli di qualità, permette l’impianto stesso della produzione che è poi il futuro sul quale si basa la cosiddetta fase 2”. “E’ grazie a loro – ha rimarcato la Papa – che si completa quell’asse tipico della multidisciplinarietà che vede noi Biologi in grado di operare in sintonia con gli altri professionisti del pianeta sanità”. “Ai medici l’impatto sulla salute a noi Biologi quello sulla prevenzione e produzione nell’ambito delle bioctecnologie” ha concluso la consigliera.
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